Partinico, salvate in extremis partoriente e nascitura che rischiavano la vita
Salvate in extremis al reparto di ostetricia e ginecologia dell’ospedale di Partinico madre e figlia. La piccola, nata prematura, alla 35quesima settimana di gestazione, ha rischiato di morire per asfissia per una forte emorragia da distacco intempestivo di placenta, mentre la madre per metrorragia vaginale. Se Maria Graziella Fontana, 33 anni, di Partinico, già mamma di un bambino di tre anni e mezzo, ieri mattina nel suo lettino d’ospedale, ha potuto sorridere felicemente alla vita per la nascita della sua secondogenita, lo deve alla tempestività d’intervento dell’equipe di ostetricia- ginecologia, pediatria e anestesia del nosocomio che, in una corsa contro il tempo, ha affrontato l’emergenza, salvando la mamma e la sua piccola. La neonata, una bella bambina dai capelli neri, che pesa due chili 460 grammi, subito dopo la nascita, con parto cesareo, a scopo prettamente precauzionale, considerato che è prematura ( é venuta infatti alla luce nel corso dell’ottavo mese di gestazione) è stata trasferita con l’ambulanza del 118 all’Utim ( Unità Terapia Intensiva neonatale ) dell’ospedale Cervello di Palermo. Ma le sue condizioni non destano preoccupazioni. “ La puerpera – dice il primario di ostetricia e ginecologia Rocco Billone – è arrivata in ospedale per una metrorragia vaginale massiva da distacco intempestivo di placenta. Avendo constatato che la situazione era molto critica sia per lei che per la bambina e che entrambe rischiavano la vita, l’ho trasferita in sala operatoria e l’ho sottoposta ad un parto cesareo in somma urgenza. Pochi minuti dopo la piccola era già nata”. La neonata è stata affidata alle cure del pediatra Leonardo Salvia che, a scopo precauzionale ne ha disposto il trasferimento a Palermo. Ma la piccola sta bene e non corre pericolo di vita, così come la sua mamma. Ieri mattina la giovane neo mamma dal suo lettino d’ospedale, insieme ai propri familiari ha voluto “ringraziare il primario Rocco Billone, il pediatra Leonardo Salvia e gli anestesisti per la bravura e la tempestività con cui hanno saputo gestire l’emergenza. Graziella Fontana racconta quella terribile mattinata che, per poco si sarebbe potuta trasformare in tragedia . “ Stavo andando a lasciare mio figlio all’asilo, quando – dice – ho vito un gran flusso di sangue che mi ha fatto presagire qualcosa di anomalo . Così ho chiesto subito aiuto a mia zia che abita nella casa accanto, perché mio marito era già al lavoro, e mi hanno accompagnato immediatamente in ospedale, dove è stata la salvezza mia e di mia figlia”. “ Se non ci fosse stato il reparto di ostetricia e ginecologia come Unità operativa complessa con la presenza del primario , con guardia attiva h 24- afferma Andrea Prussiano, uno zio della puerpera – la situazione sarebbe sicuramente precipitata e forse mia nipote oggi non sarebbe più tra noi”. Il riferimento va alla nuova bozza del piano sanitario regionale, che prevede il declassamento dei reparti di ostetricia, ginecologia e pediatria dell’ospedale partinicese in unità operative semplici con perdita del primario, di altri pediatri e di infermieri dedicati al neonato. Una situazione per la quale Prussiano invita il sindaco Maurizio De Luca “ad interessarsi con gli organi competenti al fine di evitare il declassamento del nosocomio partinicese”. Dal canto suo il primario Rocco Billone, dati alla mano, afferma che “ nel 2017 i parti in questo reparto sono stati più di 500, mentre più di 400 sono stati gli interventi di chirurgia ginecologica, inoltre l’attività ambulatoriale ha effettuato più di 12 mila prestazioni. Dati, mi sembra, alquanto significativi per mantenere le unità operative complesse e non per declassarle.