Scomparsa Santo Alario da Capaci, l’inchiesta si sposta a Roma
Si sposta a Roma l’inchiesta per risolvere il giallo della scomparsa di Santo Alario, il palermitano 42 anni enne, originario di Villabate, di cui non si hanno notizie dallo scorso 7 febbraio. L’uomo, in quella data, si allontanò a bordo di una Fiat Panda insieme al titolare del Bar Avana di Capaci, Giovanni Guzzardo, attualmente accusato di omicidio ed occultamento di cadavere; reati contestati anche a due fratelli di Guzzzardo, Giuseppe e Roberto che risultano indagati. Così come ha pubblicato il Giornale di Sicilia, al vaglio degli inquirenti vi sarebbero diversi servizi televisivi girati in un campo Rom di Roma, alla fine dello scorso luglio, in occasione dello sgombero. Nelle immagini sarebbe stato inquadrato un uomo che somiglierebbe ad Alario. Ad attirare l’attenzione degli investigatori, in particolare, un tatuaggio che accomuna la persona filmata nei servizi televisivi, intenta a coprirsi la faccia con un cappello e Santo Alario. Le prime ricerche del 42enne, rivelatesi vane, si sono concentrate nelle campagne di Caccamo o di Ventimiglia di Sicilia, e nei pressi della diga Rosamarina. Il procuratore di Termini Imerese Ambrogio Cartosio ed il sostituto Eugenio Faletra hanno ipotizzato che Alario sia stato ucciso dall’ultima persona che l’avrebbe visto, ossia Giovanni Guzzardo, che, dopo aver fatto perdere le sue tracce anche lui per settimane, all’inizio di maggio era stato ritrovato in un casolare di Montemaggiore Belsito ed arrestato con le accuse di omicidio e di occultamento di cadavere. “Dopo gli indizi che portano nella Capitale, la difesa di Guzzardo – scrive il Giornale di Sicilia – ha chiesto la revoca o almeno l’attenuazione della misura cautelare a cui è sottoposto l’indagato, visto che Alario potrebbe non essere statp stato ucciso. Un’istanza che è stata però respinta dal gip Claudio Emanuele Bencivinni”. Guzzardo aveva preso in gestione l’Avana Cafè e l’aveva ristrutturato grazie ad un finanziamento di circa 180 mila euro. E sarebbe stato proprio Alario, a fargli avere la somma ed “avrebbe poi iniziato, secondo l’accusa, a ricattarlo per entrare nella gestione del locale”. Per questo – sostiene la Procura – Guzzardo avrebbe deciso di sbarazzarsene. Giovanni Guzzardo e Santo Alario lo scorso 7 febbraio erano partiti da Capaci e avrebbero dovuto raggiungere Caccamo. La loro storia si è presto trasformata in un “mistero” che ancora i carabinieri non sono riusciti a risolvere. Sembrerebbe che Guzzardo e il 41enne avessero un appuntamento e tutto filasse liscio. Alario, infatti, quel giorno aveva mandato alcuni video alla compagna Rosalia Sparacio in cui si vedevano loro due che si aggiravano in auto tra le campagne di Ventimiglia di Sicilia prima di dissolversi nel nulla. Tre mesi dopo svolta nelle indagini con l’individuazione di Giovanni Guzzardo che venne rintracciato in un piccolo casale di campagna a Montemaggiore Belsito, dove l’uomo si sarebbe nascosto. Nessuna traccia di Alario, invece, sulla cui fine, Giovanni Guzzardo non ha mai proferito parola agli inquirenti. Adesaso nessuna traccia. Quindi l’accusa per il 46enne che ha fatto scena muta di fronte al giudice che successivamente ha convalidato il suo arresto.