Mafia, Confiscati beni per 400 mln ad ex deputato regionale Giuseppe Acanto
La Direzione Investigativa Antimafia di Palermo ha dato esecuzione ad un decreto di confisca di beni, emesso dalla Sezione Misure di Prevenzione del locale Tribunale, nei confronti di Giuseppe Acanto, 58 anni, ex deputato regionale ritenuto legato ai vertici di Cosa nostra di Villabate. Sottoposto adesso a sorveglianza speciale per i prossimi 4 anni, gli sono stati sottratti definitivamente beni mobili ed immobili, rapporti bancari, capitali sociali e quote e relativi compendi di aziende per un valore stimato di oltre 400 milioni di euro. Il provvedimento scaturisce dagli esiti di una complessa attività investigativa che, già in passato, aveva indicato Acanto come gestore della contabilità di società riconducibili alla famiglia mafiosa di Villabate. Legami confermati dal pentito Francesco Campanella, braccio destro di Nino Mandalà, boss di Villabate di stretta “osservanza” corleonese, che fra il 2002 ed il 2004 ebbe l’incarico di gestire il ricovero dell’allora latitante Bernardo Provenzano in una casa di cura a Marsiglia. L’attività della Dia ha permesso di accertare come Acanto, fin dagli anni ’90, fosse socio in affari illeciti con Giovanni Sucato, il cosiddetto “mago dei soldi” che, dopo aver truffato migliaia di persone (tra cui anche esponenti di Cosa nostra), sparì poi con un ingente capitale e il cui cadavere, nel 1996, fu trovato carbonizzato all’interno della propria auto. Anche Acanto, dopo aver subito un incendio nel suo studio professionale, si rese irreperibile. Nel 1994, dopo essere stato riabilitato da Cosa Nostra, grazie alla mediazione di elementi di spicco della famiglia di Villabate, riprese l’attività di commercialista, dedicandosi alla costituzione di società in nome e per conto degli uomini d’onore. Candidato alle elezioni amministrative del 2001 con la lista Biancofiore, con il sostegno della cosca locale, risultò il primo dei non eletti, riuscendo poi comunque ad accedere ad un seggio all’Assemblea Regionale Siciliana.