Partinico, avviate inchieste per due presunti casi di “malasanità”
La Direzione aziendale degli Ospedali Riuniti Villa Sofia-Cervello di Palermo ha avviato un’indagine per chiarire le cause del decesso di un paziente di Partinico, Gaetano La Corte, pensionato di 66 anni, avvenuto dopo essere stato sottoposto ad un intervento di stenting carotideo per pseudoaneurisma da lesione traumatica di un vaso sanguigno. “L’intervento di stenting carotideo – prosegue la nota della Direzione aziendale – è stato eseguito il 18 luglio scorso da un noto professionista, consulente presso l’Azienda per l’esecuzione di questi specifici interventi. Il professionista in oggetto ha condotto ad oggi oltre 2.000 procedure di questo tipo, motivo per cui è considerato una autorità in materia. La complicanza, che è stata riscontrata personalmente dall’operatore, consiste nella formazione di una embolia gassosa e non si è mai verificata nell’intera serie che costituisce la sua amplissima esperienza personale”. “La morte – prosegue la nota della Direzione aziendale – è sopraggiunta a distanza di alcuni giorni dall’intervento, in seguito a complicanze severe e assolutamente inattese”. “La Direzione Aziendale – puntualizza la nota – ha immediatamente insediato, già il 20 luglio, una commissione interna volta a chiarire l’accaduto e ad identificare eventuali responsabilità. A seguito dell’intervento delle autorità giudiziarie l’Azienda ha messo a disposizione ogni utile informazione e offre la massima collaborazione agli inquirenti. La Direzione Aziendale esprime ai familiari i sensi della sua vicinanza e il rammarico per il decesso del congiunto”. Sul corpo di Gaetano La Corte è già stata eseguita l’autopsia su disposizione della Procura della Repubblica di Palermo. Per ottenere i risultati ci vorranno almeno 90 giorni dalla data del deposito della perizia. Stamattina, nella Chiesa Madre di Partinico, si sono già svolti i suoi funerali. Un’altra inchiesta in corso avviata dalla Procura riguarda la morte di Filippo Bonomo, agricoltore partinicese che è spirato lo scorso 13 luglio, nella propria abitazione, dopo essersi recato poche ore prima al pronto soccorso dell’ospedale civico di Partinico per dolori al petto e all’addome. Quando la prima volta Bonomo si è presentato al pronto soccorso sarebbe andato via poco dopo aver fatto l’accettazione: quando i medici lo avrebbero chiamato per la visita se n’era già andato. Ma il sessantenne si sarebbe ripresentato qualche ora dopo, accusando lo stesso malore. Visitato, sarebbe rimasto in osservazione per le successive 8 ore, fino a dimetterlo per mancati riscontri diagnostici. Rientrato a casa, dopo qualche ora, Filippo Bonomo è morto. I familiari hanno quindi deciso di sporgere denuncia ai carabinieri perché convinti che il proprio congiunto sia stato vittima di un caso di malasanità. Sottoposto all’esame autoptico nella necropoli cittadina dove era già stato sepolto, anche in questo caso si dovranno attendere 90 giorni per conoscere le cause del suo decesso. “Siamo vicini ai familiari del signor Bonomo – scrive in una nota l’Asp di Palermo – ai quali esprimiamo le nostre più sentite condoglianze. Da una prima valutazione interna, sembrerebbe che al pronto soccorso siano stati effettuati tutti gli esami nel pieno rispetto dei protocolli. La direzione aziendale ha, comunque, istituto una commissione per ulteriori valutazioni ed approfondimenti”.