Blitz antimafia delle Fiamme Gialle, 28 arresti e 19 divieti di dimora

Maxi operazione antimafia della guardia di finanza. In carcere sono finite 24 persone, mentre altre 4 sono ai domiciliari. Tra questi Giuseppe Corona cassiere di un bar di fronte al porto, ma che secondo le indagini del nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di finanza, coordinate dalla procura diretta da Francesco Lo Voi, teneva i conti di Cosa Nostra. Il tesoriere è tornato in cella questa mattina con l’accusa di aver investito un fiume di soldi per conto delle famiglie mafiose in bar, tabaccherie, negozi e poi in tanti immobili. Affari realizzati attraverso nuovi insospettabili prestanome e professionisti che operavano nell’ombra. L’inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto della Dda Salvatore De Luca e dai sostituti Roberto Tartaglia, Amelia Luise, Annamaria Picozzi e Siro De Flammineis, oltre agli arresti coinvolge anche diciannove indagati che hanno invece il divieto di dimora in città. Questo dice il provvedimento emesso dal gip Antonella Consiglio. Nelle rete del nucleo speciale di polizia valutaria di Palermo, diretto dal tenente colonnello Saverio Angiulli, è finito nuovamente l’avvocato Nico Riccobene, già indagato per aver gestito il tesoro dei costruttori boss Graziano, adesso, è ai domiciliari. E non è l’unico insospettabile fra gli indagati. Personaggio di spicco dell’inchiesta è Giuseppe Corona, considerato uno degli uomini forti della riorganizzazione mafiosa dopo la morte di Totò Riina: stabiliva strategie e lanciava messaggi, anche sui social network, nonostante il suo discusso passato alle spalle. Nelle recenti informative antimafia il nome di Corona era emerso a più riprese. Suo padre fu ucciso per contrasti interni alla cosche mentre, lui è stato condannato da giovane per avere ammazzato un coetaneo al culmine di una banale lite per un braccialetto. In carcere Corona c’è rimasto per quasi 17 anni fino al 2011. La sua libertà è durata poco meno di 7 anni. In carcere insieme a lui sono finiti Raffaele Favaloro, Maurizio Caponnetto, Vito Virzì, Stefano Madonia, Luigi Miceli, Alessandro Bronte, Gianpiero Giannotta, Domenico Lo Iacono, Calogero Naso, Carmelo Naso, Salvatore Buccheri, Giuseppe Giurintano, Salvatore Salamone, Gioacchino Salamone, Giuseppe Salamone (classe ’62), Giuseppe Salamone (classe ’68), Gregorio Palazzotto, Sandro Diele, Claudio Demma, Paolo Lo Iacono, Croce Siragusa. Alcuni di loro erano già in carcere per altri reati. Ai domiciliari invece Nicolò Riccobene, Michele Siracusa, Giuseppa Mandarano e Antonino Salerno. Divieto di dimora a Palermo, infine, per Rosario Armetta, Pasquale Fantaci. Giuseppe Abbagnato, Francesco Paolo Trapani, Massimiliano Cocco, Salvatore Giglio, Giuseppe Pecoraro, Giosuè Lo Piccolo, Giovanni Russo, Aurelio Perrino, Salvatore Calabrese, Aldo Calandra, Francesco Calandra, Giuseppe Tarantino, Domenico Milazzo, Emanuela Milazzo, Roberto Bonaccorso, Maria Laura Bonaccorso, Salvatore Sanfratello.

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