Partinico, confermata in Appello la condanna per il “padre-padrone”

La figlia denunciò le violenze del padre subite dalla madre scrivendo un tema in classe. Così un quarantenne di Partinico fu prima accusato di maltrattamenti e poi condannato in primo grado a 2 anni e 7 mesi di reclusione. Oggi la corte d’appello ha confermato la sentenza emessa nel luglio del lo scorso anno. L’inchiesta – che ha portato l’uomo al processo – è partita dalla segnalazione del dirigente scolastico, informata dai docenti del contenuto del tema. La ragazzina,nel suo scritto, raccontò le violenze fisiche e psicologiche che l’uomo, un venditore ambulante, riservava costantemente alla compagna, madre di tre figli e di come tenesse la minore segregata in casa, impedendole di frequentare i suoi amici e i suoi compagni di scuola. Nel tema la ragazzina scrisse: “Se c’è amore, non c’è violenza. Se penso questo è perché ci sono passata, anche se non sono stata io a subire le violenze di mio padre, ma mia madre. Nessuno può capire il suo dolore, delle mie sorelle di mio fratello e soprattutto di mia madre, nessuno! Io non perdonerò mia mio padre perché è senza cuore e ci ha fatto soffrire”. Una richiesta di aiuto e ascolto recepita dagli insegnati che, oltre ad informare la dirigente scolastica, contattarono pure la famiglia. Mentre la madre tentò di ridimensionare le accuse, la nonna, che era l’unica a prendersi cura della ragazzina e dei fratelli, dopo un’iniziale difficoltà ammise tutto. Le indagini del commissariato di Partinico confermarono quanto denunciato. Sentita dai magistrati alla presenza degli psicologi, la studentessa confermò quanto raccontato nel tema e venne ritenuta credibile.

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