Droga dalla Colombia alla Sicilia, in 18 scelgono il rito abbreviato
E’ iniziato a Palermo il processo scaturito da una vasta operazione antidroga che ha smantellato un grosso giro di cocaina proveniente dal Sud America. Il blitz a settembre 2017 aveva coinvolto fra gli altri anche diverse persone di Carini, Palermo, e Mazara del Vallo.
A gestire i traffici sulla sponda palermitana sarebbe stato, secondo gli investigatori, il carinese Alessandro Bono, 38 anni. I finanzieri del Goa e i poliziotti della Squadra mobile lo hanno piazzato alla guida di un’associazione che riempiva di polvere bianca le piazze di Palermo, Carini, Capaci, Partinico, Trapani, Salemi, Mazara del Vallo e Marsala. Il suo cognome ha fatto capolino nelle indagini delle procure di mezza Italia.
L’uomo di fiducia di Bono, colui che avrebbe condotto anche alcune trattative per l’acquisto di droga, sarebbe Giuseppe Mannino, 30 anni, la cui Mercedes classe A faceva di continuo la spola da e per l’aeroporto di Palermo. Aeroporto che si è riempito di telecamere. Non solo colombiani. Bono sarebbe riuscito a creare un canale con i calabresi.
Era un continuo atterrare e ripartire per Naranjo Vasquez. La prima volta venne immortalato nel 2016 dal sistema di videosorveglianza dell’aeroporto di Punta Raisi. Giacca di colore verde, una maglia rossa, un pantalone scuro: se ne andava in giro come uno dei tanti turisti spingendo un trolley. Il narcos latitante cercava di non dare nell’occhio. Alloggiava in un B&B nella zona di Trappeto e mangiava al Mc Donald’s di Carini. Il suo nome viene pronunciato invano al processo in corso a Palermo nei confronti di diciotto imputati. L’emissario in Sicilia dei narcos colombiani è latitante. I palermitani avevano attivato canali diretti di approvvigionamento della cocaina, affrancandosi dalla ‘ndrangheta che in questi anni ha fatto la voce grossa.
I 18 imputati hanno scelto il rito abbreviato, fra questi figurano i carinesi Alessandro Bono, Pietro Balsamo, Giuseppe Mannino, Bennj Purpura, i palermitani Salvatore Calderone, Fabio Chiaranchino, Davide Di Stefano, Francesco Taranino e Antonino Vaccarello e poi ancora altre persone di Torre Annunziata, Reggio Calabria, Mazara del Vallo e diversi colombiani.
Francesco Tarantino, 32 anni, del rione Borgo Nuovo, e il trentenne calabrese Rocco Morabito, sono stati i protagonisti dell’episodio più recente contestato dai pm Salvatore De Luca e Maurizio Agnello. Era maggio dell’anno scorso quando dentro una Fiat Panda furono trovati due chili di cocaina. Al volante della macchina, fermata a Bunfornello, c’era il calabrese Carmelo Cutrì. Un affare che sarebbe stato gestito da Tarantino e Morabito. Per viaggiare sicuri si sarebbero fatti precedere da macchine di staffetta, a bordo delle quali avrebbe trovato posto anche un altro calabrese, Giovanni Sergio.
Man mano che le indagini andavano avanti sono saltati fuori altri personaggi che si sarebbero riforniti di droga da Bono. Tra questi Fabio Chianchiano, 52 anni, personaggio noto alle cronache giudiziarie, condannato in appello a 20 anni per l’omicidio di Franco Mazzè, ucciso a colpi di pistola per le strade dello Zen nel 2015.
fonte Livesicilia