Omicidio Tocco, la moglie ha deposto in aula
Al processo in corso presso la corte d’appello sull’omicidio di Giampiero Tocco, il macellaio di Terrasini, rapito nel 2000 davanti alla figlia di sei anni, strangolato e sciolto nell’acido dagli uomini dei boss Lo Piccolo, ieri ha deposto la moglie, Antonina Cucinella. La donna ha portato in aula la sua testimonianza, raccontando di essere stata lei stessa a chiedere alla bambina, che era sotto choc e che non riusciva a parlare, di provare a fare un disegno per mostrarle quel che aveva visto. Era sera tardi, la piccola prese i pastelli e disegnò la scena che aveva vissuto. Grazie a quel disegno gli inquirenti riuscirono a ricostruire le drammatiche fasi del rapimento di Giampiero Tocco, sequestrato da mafiosi travestiti da poliziotti. La bambina, ormai 24enne, era in auto quando il padre, ritenuto dalla mafia responsabile dell’omicidio di Peppone Di Maggio, uomo dei boss Lo Piccolo, venne sequestrato da un commando di killer. La piccola assistette alla scena e avvertì la madre nel corso di una drammatica telefonata. Per non far rivivere l’episodio alla ragazzina, che si è costituita parte civile, la Procura ha chiesto dunque di acquisire le vecchie deposizioni rese dalla teste in presenza di una psicologa. Il procedimento vede alla sbarra gli imputati Vincenzo e Giovanbattista Pipitone, Salvatore Cataldo e Antonino Di Maggio. Tutti sono accusati dell’esecuzione di Giampiero Tocco ma anche degli omicidi di Antonino Failla, Francesco Giambanco e Giuseppe Mazzamuto. L’accusa in giudizio è rappresentata dai pm Roberto Tartaglia e Annamaria Picozzi.