Monreale. Cimitero degli orrori, scatta indagine interna al comune

“Non abbiamo trovato i registri previsti dalla legge nei quali devono essere riportati tutte le nuove tumulazioni, gli spostamenti delle salme, le estumulazioni e lo spurgo dei loculi”. Lo dice Guido Volpe, il comandante dei carabinieri della Compagnia di Monreale che ha scoperto una illecita compravendita di loculi nel cimitero dell’Abbazia Benedettina di San Martino delle Scale.
L’inchiesta ha portato già a cinque arresti. Cinquemila euro il costo di un loculo venduto a chi non trovava posto nei cimiteri cittadini. Anche la Guardia di Finanza ha iniziato ad indagare sull’organizzazione e sui fondi che giravano nella gestione del cimitero. L’inchiesta è solo all’inizio. Si punta il dito sull’assenza di controlli degli uffici del Comune di Monreale e dell’Azienda Sanitaria che per anni non si sono accorti di nulla. Tra gli indagati nell’inchiesta sulla compravendita di loculi e sepolture nel cimitero dell’abbazia benedettina di San Martino delle Scale c’è anche padre Michele Musumeci, il sacerdote che per un breve periodo è stato a capo del monastero. Il prete è coinvolto in una tentata estorsione ai danni di una donna che insieme al fratello aveva acquistato due loculi. Don Musumeci avrebbe preteso 5mila euro per rinnovare il contratto relativo all’affitto del loculo. La donna si sarebbe rifiutata di pagare, i due si sarebbero poi accordati per la somma di 1600 euro. Quattrocento sarebbero andati a don Michele, altri 650 dati a Giovanni Messina, componete dell’organizzazione criminale che gestiva il commercio delle sepolture. “Anche il signor Messina deve mangiare”, diceva, non sapendo di essere intercettato, il sacerdote.
“Ho ricevuto già diverse telefonate di persone che hanno seppelliti i propri cari. Mi hanno chiesto se fossero ancora lì. Ho risposto che quel cimitero è dell’Abazia Benedettina e noi non abbiamo alcuna competenza. Certo lunedì verificherò personalmente anche se ritengo che il Comune non abbia alcuna responsabilità amministrativa nella gestione del cimitero privato”. Così il sindaco di Monreale Pietro Capizzi sull’indagine. Tante persone si sono recate al cimitero per verificare di persona se anche le loro tombe siano state utilizzate dall’organizzazione.
Il Comandante della Stazione dei Carabinieri di San Martino è stato assalito da decine e decine di persone che chiedono spiegazioni. “Dovete venire alla Stazione a partire per presentare la denuncia. Siete tantissimi, centinaia”. Il comandante non si spiega perché, nonostante i tanti dubbi, nessuno sia venuto a fare denuncia in questi anni.
“Davano spiegazioni rassicuranti, magari evasive, e noi ci abbiamo creduto. Gestivano il cimitero da almeno 20 anni. Sembrava assurdo che ci fosse una truffa dietro”, rispondono in tanti, pentiti di avere dato loro fiducia.
Dietro una intercapedine la famiglia Messina aveva creato un’area dove gettare le ossa, poi coperte dal cemento. A chiudere il vano avevano spostato una lapide con le foto di persone defunte nel 1970, nel 1971. Morti che non ricevevano ormai più visite, nessuno avrebbe chiesto spiegazioni.
Un’altra discarica era stata creata dietro il muro di cinta del cimitero.
Il giro di soldi era enorme. 5.000 € a salma.