Terrasini, disabile costretta a prostituirsi, al processo i teste scagionano l’ex compagno

Secondo l’accusa, avrebbe costretto per anni la sua compagna diversamente abile di 28 anni a prostituirsi tra Partinico, Terrasini e Cinisi, ma in aula, durante l’ultima udienza del processo a suo carico, i testimoni lo avrebbero tutti scagionato. Alla sbarra un 52enne di Terrasini che ha sempre negato ogni addebito e additato, di contro, l’ex convivente di averlo denunciato solo per vendetta, perché buttata fuori di casa dopo avere scoperto che si prostituisse. Secondo quanto scrive oggi il Giornale di Sicilia, nel corso dell’udienza di ieri, il Presidente del Tribunale sarebbe stato costretto ad alzare la voce e a richiamare i teste, ricordando loro che erano sotto giuramento e quindi obbligati a dire la verità. Nel corso del dibattimento, un testimone avrebbe confermato di avere avuto rapporti orali con la donna, affetta da un lieve ritardo mentale, ma dietro insistenza di lei stessa e che avrebbe ceduto solo per debolezza. “Ogni tanto gli facevo qualche regalino” ha evidenziato lo stesso, sostenendo al contrario dell’accusa che non vi era alcuna prostituzione. Un altro teste avrebbe ritrattato in aula la prima dichiarazione fatta al Pg in fase di istruttoria, nella quale aveva sostenuto di non aver mai avuto rapporti con la ragazza. Ieri ha invece detto di avere avuto rapporti con la donna, ma avrebbe anche escluso che a fare da intermediario sarebbe stato il 52 enne indagato. L’uomo, del quale non sono state diffuse le generalità per tutelare la disabile, venne arrestato il 20 marzo dello scorso anno dopo che l’ex compagna lo ha denunciato ai carabinieri. Ai militari, fra le lacrime, la donna raccontò 6 anni di presunti abusi e violenze subite dal convivente, confermate in fase di indagini da circa 30 clienti che avrebbero fruito delle sue prestazioni sessuali. La ragazza sarebbe stata costretta ad avere rapporti sessuali con uno o più uomini, secondo appuntamenti e modalità concordate dal compagno. Se rifiutava, veniva picchiata: in due casi la donna sarebbe stata costretta a recarsi in ospedale per essere curata, una volta per una frattura del setto nasale e l’altra per un trauma cervicale e un aborto. Secondo i resoconti della vittima, dal luglio 2010, fino ad aprile 2016, i rapporti sarebbero avvenuti nella maggior parte dei casi all’interno della loro casa, a volte anche in auto o in campagna. Il compenso per ogni prestazione sarebbe stato di 20 euro che sarebbero andati direttamente al compagno per pagare l’affitto del loro appartamento.

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