“Posti di lavoro in cambio di voti”, arresti domiciliari per Salvino Caputo

Con l’accusa di voto di scambio i carabinieri del comando provinciale di Palermo hanno arrestato l’ex deputato regionale siciliano Salvino Caputo, dirigente di “Noi con Salvini”. L’ex parlamentare, avvocato di Monreale, commissario straordinario per i comuni della provincia di Palermo del movimento leghista durante le elezioni della scorsa primavera, è finito agli arresti domiciliari su proposta della procura di Termini Imerese. Ai domiciliari anche il fratello, Mario Caputo, avvocato pure lui, candidato non eletto durante le ultime elezioni dell’Ars nelle liste del movimento “Noi con Salvini”. Un terzo provvedimento riguarda Benito Vercio, 62enne, ritenuto un procacciatore di voti, è di Termini Imerese. Nell’inchiesta ci sono anche altri indagati a piede libero, una vera bufera per Lega in Sicilia: indagato pure il coordinatore del movimento in Sicilia occidentale Alessandro Pagano, neo eletto alla Camera, la procura di Termini Imerese chiede l’autorizzazione ad utilizzare le intercettazioni emerse nei suoi confronti.

Nel corso dell’inchiesta, la Procura diretta da Ambrogio Cartosio ha accertato “dodici episodi di compravendita di voti in cambio di promesse di posti di lavoro o altre utilità”, questa l’accusa. L’indagine dei carabinieri del comando provinciale diretto da colonnello Antonio Di Stasio si riferisce alle Regionali del novembre 2017, in cui era candidato Mario Caputo detto Salvino, un chiaro riferimento al fratello più celebre.

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