Carini, il Comune condannato a risarcire arretrati a 68 precari
Il Comune di Carini è stato condannato dalla sezione lavoro della Corte d’Appello di Palermo, a risarcire 68 precari in servizio da oltre vent’anni nell’ente locale. A renderlo noto è il segretario provinciale della Cisl Funzione Pubblica Palermo Trapani Margherita Amiri che, dal 2014 ha sostenuto la battaglia avviata dai lavoratori, mettendo gratuitamente a loro disposizione il supporto legale dell’avvocato Maria Grazia Passalacqua. “Il Tribunale – afferma Mario Basile responsabile del dipartimento enti locali – ha dichiarato illegittimo il termine apposto ai contratti di lavoro e ha quindi stabilito, come risarcimento per il danno subito, la liquidazione ai 68 lavoratori delle dieci mensilità dell’ultima retribuzione globale di fatto, oltre gli interessi”.
Come rimarcano i due sindacalisti, “si tratta di un risultato storico per tutti i precari degli enti locali”. “Questa sentenza – dichiara Basile – pone presupposti giurisprudenziali di grande importanza, perché sancisce l’illegittimità delle continue proroghe per i lavoratori, al punto da prevedere un risarcimento del danno subito”.
“La Cisl Fp Palermo Trapani – continua Amiri – ha scelto di sostenere concretamente i lavoratori a tempo determinato, con l’ausilio di legali di riferimento, per arrivare all’obiettivo prefissato, ovvero il riconoscimento per tutti i precari alla stabilizzazione negli enti locali, in cui operano in media da oltre vent’anni”.
La notizia lascia perplesso il sindaco di Carini, Giovì Monteleone, preoccupato per lo stato di dissesto finanziario in cui opera l’ente locale. “Non ho ancora letto la sentenza, né richiesto supporto ai legali e ai funzionari del Comune per decidere il percorso da seguire ed eventualmente contrastare questo provvedimento – ha detto il primo cittadino – il mio timore più grande è che questa sentenza, a fronte delle nostre condizioni finanziarie, possa trasformarsi in un boomerang per gli stessi lavoratori a cui, ad oggi, riusciamo a stento a garantirgli gli stipendi e la continuità lavorativa fino al prossimo mese di dicembre. Figuriamoci dovergli riconoscere arretrati ed interessi per somme di cui l’ente locale non dispone di certo. Comunque – conclude Monteleone – aspettiamo di leggere bene la sentenza per capire il da farsi”.