Presunti maltrattamenti, parla una delle maestre: “ferita enorme, ma voglio tornare a scuola”
“Ci sono momenti in cui servono i rimproveri per far capire ai bambini cosa è giusto e cosa no e ci sono anche quelli in cui vengono premiati per ciò che fanno. Nelle intercettazioni questo secondo aspetto non c’è mai”.
A parlare è Francesca Orlando, una delle tre maestre arrestate a Partinico con l’accusa di aver maltrattato i bambini. Condannata con il rito abbreviato, oggi è libera e racconta al Giornale di Sicilia, come ha vissuto quello che è successo. Essendo venuta meno anche l’interdizione dai pubblici uffici, può tornare ad insegnare e a 62 anni, non ha esitazioni: “voglio tornare a scuola e se è possibile, proprio alla Capitano Polizzi che è stata la mia vita”.
E’ stata condannata con il rito abbreviato prima a 3 anni e mezzo e poi, in appello (dove è stata difesa dagli avvocati Nino Caleca, Salvatore Bonnì e Maria Lo Bello), ad un anno e otto mesi.
Tutto si aspettava la maestra Orlando, tranne che potessero arrestarla. “Non ne avevo il sentore, non c’erano problemi a scuola. Ogni giorni in tutti questi anni sono andata a scuola con lo stesso entusiasmo. Certo, ultimamente tornavo più stanca di quando avevo 20 anni, mi è capitato di perdere la pazienza. Mai ho maltrattato i miei alunni, mi sono messa in discussione per istruirli ed educarli al meglio.”
Tanti di questi bambini ormai sono grandi, alcuni studiano fuori. “Molti mi hanno scritto, altri li ho potuti riabbracciare e tutti mi hanno detto .”
“La bambina che ha denunciato i maltrattamenti – spiega ancora Orlando – al rientro delle vacanze mi aveva scritto un bigliettino dicendo che le ero mancata. Non potevo immaginare nulla, mi sento tradita, sono stata tradita.”
L’insegnante non nasconde che in tutti questi anni gli equilibri nel mondo della scuola sono molto cambiati. “Viviamo in una società in cui la scuola non viene valorizzata ed il ruolo dell’insegnante è diventato sempre più insignificante. Solo fino a 10 anni fa, se parlavo con una mamma mi accorgevo che seguiva i miei consigli, si affidava alla mia esperienza per crescere un figlio. Ora, invece, tutto è preso come una critica, un’intromissione”.
Respinge le accuse di maltrattamenti e afferma. “Anche se per me la ferita è enorme, la voglia di insegnare non è venuta meno e tornerei in quella scuola.”