Ugl: “l’Amap ha avviato le procedure di licenziamento per diversi lavoratori”
“Mentre la crisi idrica attanaglia la città e la provincia palermitana, l’Amap trova il tempo di sferrare un pesante attacco alle prerogative occupazionali delle proprie maestranze.” A denunciarlo è l’Ugl Sicilia affermando che “nelle ultime settimane si sono succeduti una serie di provvedimenti del vertice Aziendale che ha deliberato il licenziamento di diversi lavoratori.
Senza volere entrare nel merito delle motivazioni che hanno condotto il massimo organo aziendale ad emettere tali provvedimenti, ci pare incomprensibile- scrivono dal sindacato – l’atteggiamento dell’Amap, pure nei confronti dei rappresentanti dei lavoratori che a malapena sono stati informati solo dopo che le decisioni sono state prese.
Incomprensibile anche il silenzio, quasi una supina accettazione, delle OO.SS. maggiormente rappresentative, che, anziché esprimere la propria posizione rispetto ai licenziamenti, scelgono la strada dell’oblio e della non informazione.
Non vogliamo assolvere quei lavoratori licenziati che hanno commesso delitti puniti dalle leggi o con i regolamenti aziendali, ma riteniamo che tutti i
lavoratori abbiano diritto a una procedura di difesa sindacale, garantendo una fase di mediazione, prima che si giunga a decisioni pesanti e irreversibili come il licenziamento.”
L’Ugl si chiede poi, quale decisione dovrebbero prendere i cittadini palermitani e della provincia nei confronti dell’Amap che si vedono negare il diritto a ricevere l’acqua, quando da anni questa viene impunemente versata a mare?
E cosa dire in provincia della emissione di fatture in acconto che si perpetua da oltre due anni, in pieno dispregio delle norme che impongono ai gestori di servizi la lettura del contatore almeno una volta all’anno? Oppure delle ingenti somme di denaro incamerate dall’Amap per l’esecuzione di lavori da eseguire per i clienti ancora oggi inevasi ?.
Servirebbe per ciò – conclugono dall’Ugl – un maggiore equilibrio e più equità nei comportamenti gestionali del Gruppo dirigente della Società, evitando il ricorso a inspiegabili accelerazioni quando si tratta di punire i lavoratori e colpevole rallentamento quando occorre garantire la qualità del servizio reso all’utenza e rendere giustizia alla professionalità espressa in più occasioni dalle proprie maestranze.”