Montelepre, un arresto per tentata violenza sessuale nei confronti di una nigeriana
Una bella nigeriana di 27 anni camminava tranquilla all’interno del parco urbano di Montelepre. Una passeggiata che si è presto trasformata in un incubo: prima le molestie sessuali con un insistente palpeggiamento, poi l’aggressione fisica da parte di un disoccupato del posto. La giovane ha dovuto far ricorso alle cure mediche per le lesioni, per fortuna lievi, riportate alle mani e al viso nel tentativo di liberarsi dal suo aggressore. L’uomo, Giuseppe Bologna Ruisi, 33anni, incensurato, originario di Palermo, ma residente a Montelepre, è stato arrestato dai carabinieri della stazione del paese assieme ai militari del 12° Reggimento Carabinieri Sicilia, impegnati nel week end con i colleghi in un massiccio e capillare servizio di controllo del territorio, con la pesante accusa di “violenza sessuale”. Elvais ( il nome della ragazza è di fantasia), che è ospite presso una casa di accoglienza straordinaria per immigrati di Giardinello, ha passato minuti d’inferno, lottando e gridando per attirare l’attenzione di qualcuno, e alla fine ce l’ha fatta. Ad accogliere le disperate richieste d’aiuto della ragazza sono stati, infatti, i carabinieri. Ma ecco la ricostruzione della vicenda secondo gli investigatori. Tutto comincia nella tarda serata di sabato scorso, quando Elvais cammina nel parco urbano di Montelepre. Ad un tratto viene affiancata da un uomo che la palpeggia. La ragazza accelera il passo chiedendo allo stesso di andare via, ma quello non ci sta e torna alla carica e decide di aggredirla. Lei si difende, inizia una colluttazione tra i due, con Elvais che con coraggio cerca di difendersi e chiede aiuto a gran voce. E sono state proprio quelle urla a squarciagola a salvarla, poiché attirano la provvidenziale attenzione dei carabinieri che entrano subito in azione e giungono dentro il parco, dove arrestano in flagranza il presunto violentatore. La vittima invece, per le lesioni riportate a seguito dell’aggressione, ha dovuto far ricorso alle cure del personale sanitario della guardia medica, ottenendo una prognosi di cinque giorni . Ma oltre alla prognosi, la ragazza ha subito uno choc che difficilmente potrà dimenticare. E’ arrivata in Italia con la speranza di rifarsi una vita e invece ha rischiato di essere violentata come accade a tante altre donne durante il terribile viaggio che devono sopportare. A differenza però che lo stupro stava per essere commesso qui, una volta giunta a destinazione e lontana dai pericoli dei trafficanti di uomini e donne. L’indagato è stato sottoposto al regime degli arresti domiciliari in attesa dell’udienza di convalida presso il tribunale di Palermo.