Game Over. Olio e pomodoro di Cosa Nostra esportati a New York
“Entro 2- 3 anni ci dobbiamo mettere in condizione di fare un milione di dollari l’anno”, ad affermarlo è Francesco Nania (nella foto) intercettato mentre parla con Michele De Vivo, il commercialista campano che aveva dato un posto di lavoro, anche se per poche settimane, al rampollo della mafia di Partinico. Entrambi sono stati arrestati giovedì scorso nell’ambito dell’operazione “Game Over” che ha scardinato una fitta rete di potere e denaro. Nania, considerato socio occulto di Ninì Bacchi, il re delle scommesse siciliano stava investendo nell’export agroalimentare –racconta oggi il Giornale di Sicilia-. Olio e pomodoro da far arrivare oltreoceano, a New York. Container carichi di prodotti targati Cosa Nostra. Del business si parla nelle oltre 1.500 pagine dell’ordinanza dell’operazione “Game Over”. In un’intercettazione Nania spiega le sue mire a Bacchi che conferma: “l’alimentare va, è sempre andato”. Con l’amico si sfoga pure sul fatto di non avere libertà di movimento e di essersi dovuto iscrivere alla scuola guida “come quelli di 18 anni”. Con De Vivo invece parla di registrare il marchio “Francesco’s” con il quale imbottigliare l’olio prodotto proprio nei terreni di Nania che sarebbe stato “in condizione di riempire 2 – 3 container da 50 mila dollari”, dai quali si sarebbero potuti ricavare fino a 150 mila dollari vendendo una bottiglia d’olio a 13 – 14 euro. La distribuzione era destinata –nei progetti di Nania- ai ristoranti di alta classe. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, l’olio veniva prodotto e confezionato tramite due aziende di Partinico e spedito ad una ditta del salernitano dalla quale Nania si sarebbe rifornito di pomodoro da esportare negli Stati Uniti. Dalla Campania , suppongono gli inquirenti, partivano i container.