Carini, il vecchio boss Nino Pipitone è “incapace di intendere e di volere”
E’ stato dichiarato incapace di intendere e di volere Angelo Antonino Pipitone, l’anziano boss 74enne di Carini, dai giudici della terza sezione del Tribunale di Palermo presieduta da Vincenzina Massa. La perizia medica che avvalora le precarie condizioni di salute, di colui che era considerato capomafia di Torretta, ha spinto i magistrati dapprima a stralciare la sua posizione nel procedimento giudiziario in corso in cui sono coinvolte altre 6 persone, tra cui la moglie, le due figlie e un genero di Angelo Antonino Pipitone e, poi di proscioglierlo anticipatamente. Non luogo a procedere, dunque, per l’ex boss di Torretta originario di Carini che era agli arresti domiciliari, proprio per il suoi problemi di disagio mentale e di incontinenza. Il dibattimento prosegue, invece, nei confronti della moglie di Pipitone, Franca Pellerito, le due figlie Epifania e Graziella, il genero Benedetto Pipitone e i presunti prestanome Angela Conigliaro e Vincenzo Caruso. Tutti sono accusati a vario titolo di estorsioni, incendi, danneggiamenti, uccisioni di animali e trasferimento fraudolento di valori nel tentativo di evitare sequestri. Il loro arresto sfociò in una operazione antimafia condotta dai carabinieri della compagnia di Carini, con il successivo contributo alle tesi dell’accusa fornito dal pentito Nino Pipitone, figlio del capomafia prosciolto per motivi di salute. Il pubblico Ministero Amelia Luise, insieme alla collega Anna Maria Picozzi, hanno giù chiesto le condanne per gli imputati: 5 anni per Franca Pellerito, 12 anni per Benedetto Pipitone, 11 anni per Epifania Pipitone, 6 anni per Graziella Pipitone e Angela Conigliaro e 5 anni per Vincenzo Caruso. L’unica assoluzione richiesta dalla Procura riguarda il nipote del boss Francesco Marco Pipitone. Dopo la requisitoria dei Pm, il dibattimento è proseguito con le arringhe dei difensori delle persone dietro le sbarre. Le condanne nei loro confronti sono attese per la prima metà di marzo.