Capaci, le ricerche dei due uomini scomparsi si spostano a Caccamo

Entreranno in azione anche i sommozzatori dei vigili del fuoco alla ricerca di Giovanni Guzzardo e Santo Alario, 46 e 41 anni, scomparsi da Capaci sei giorni fa. Dopo le ricerche con i cani molecolari, l’elicottero e le pattuglie dei carabinieri, adesso scendono in campo i vigili del fuoco, nel lago Rosamarina di Caccamo.

Rimane un giallo la loro scomparso. L’ultima persona a sentire Santo Alario è stata la compagna: “Sono con Giovanni, dobbiamo sbrigare una cosa. Al ritorno vengo a prenderti, ci sentiamo dopo” sono queste le ultime parole pronunciate prima di sparire nel nulla.

I due uomini si vedevano spesso al bar da pochi mesi ristrutturato e gestito da Guzzardo, in piazza Cataldo a Capaci, “Mercoledì, intorno alle 14, ho ricevuto l’ultima telefonata del mio compagno. Io mi trovavo al centro commerciale di Carini, stavo pranzando all’interno di un ristorante. Mi ha detto che con Giovanni stava andando a Ventimiglia, ma non mi ha precisato il motivo”.

Una volta arrivati nel paese dell’entroterra siciliano, il 42enne avrebbe inviato alla donna delle foto e dei video: “Mi ha fatto vedere dove si trovavano – racconta – mi ha mandato le immagini del paesaggio, poi mi ha detto che mi avrebbe richiamato per passarmi a prendere, visto che non avevo l’auto per tornare a casa”.
“Non mi sarei mai immaginata che non l’avrei più sentito. Non è più tornato a casa, l’indomani stesso sono andata di corsa a chiedere aiuto ai carabinieri. Ho cercato di essere ottimista, ma l’altro ieri mi hanno detto di aver trovato l’auto a Caccamo e sinceramente non so più cosa pensare, sto vivendo un incubo”.

La Fiat Panda con cui i due uomini sarebbero partiti, infatti, è stata individuata in aperta campagna dai militari, nel paese d’origine di Guzzardo, che fino a poco tempo fa lavorava come muratore. “Non riesco a comprendere come mai il mezzo si trovasse lì – prosegue Rosy Sparacio – sono tante le domande che mi faccio, ma non trovo alcuna risposta. Sia io che i suoi familiari siamo distrutti dal dolore, non sappiamo cosa fare”.

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