Regionali, Tamajo sotto indagine: “voti comprati a 25 euro”
Nell’ultima campagna elettorale per le Regionali siciliane, appena qualche giorno fa, sarebbero bastati 25 euro per comprare un voto. E’ più di un sospetto. La procura diretta da Francesco Lo Voi ha notificato un avviso di garanzia a uno dei recordman del nuovo Parlamento isolano, Edmondo EdyTamajo, appena eletto con quasi 14 mila preferenze nelle fila di Sicilia Futura, che ufficialmente sosteneva il candidato del centrosinistra Fabrizio Micari.
Tamajo è stato il più votato a Palermo, il terzo in Sicilia. Adesso, è indagato per associazione a delinquere finalizzata alla corruzione elettorale, i magistrati hanno mandato la Guardia di finanza a perquisire il suo comitato elettorale. Per i prossimi giorni, l’esponente politico è convocato al palazzo di giustizia, davanti al procuratore aggiunto Sergio Demontis e al sostituto Fabiola Furnari.
E’ ormai bufera sull’Assemblea regionale siciliana: il giorno dopo le elezioni, mentre ancora era in corso lo spoglio delle schede, è stato arrestato Cateno De Luca, uomo forte dell’Udc di Messina, ora è ai domiciliari per evasione fiscale (ieri ha comunque incassato un’assoluzione nell’ambito di un’altra indagine).
Ora, Tamajo, 41 anni, è l’ultimo entrato — suo malgrado — nella schiera degli “impresentabili”. Lui si difende: “Tutto falso, non conosco affatto le persone di cui si parla nel provvedimento della procura”. I suoi legali, Giovanni Castronovo e NIno Caleca, ribadiscono: “Chiariremo tutto, e alla fine Tamajo ne uscirà come parte offesa, per qualcosa che altri hanno commesso alle sue spalle”.
Di sicuro, comunque, Tamajo è un moltiplicatore di preferenze. Ne prese 2.727, da candidato al consiglio comunale, nel 2007. Cifra quasi raddoppiata cinque anni dopo, quando si candidò all’Ars: 5.107. Bottino incrementato ancora qualche giorno fa, quando è stato rieletto a Palazzo dei Normanni con 13.984 suffragi.
Nella coalizione di centrosinistra, nel corso della campagna elettorale è sorto il sospetto che alla fine Edy abbia dirottato parte dei suoi consensi non sul rettore Micari, ma sull’avversario di centrodestra Nello Musumeci.
fonte Repubblica