Carini, sequestrati beni per 600 mila euro ad Alessandro Bono
Beni immobili ed un’impresa di pompe funebri, del valore complessivo di 600 mila euro, sono stati sequestrati dalla Polizia di Stato ad Alessandro Bono, 38 anni, pluripregiudicato di Carini, già definitivamente condannato per porto d’armi e detenzione di sostanze stupefacenti.
Il provvedimento, eseguito dagli agenti della Divisione Anticrimine della Questura, è stato emesso dal Tribunale di Palermo – Sezione Misure di Prevenzione, su proposta del Questore Renato Cortese.
Bono è stato arrestato lo scorso 13 settembre nel corso delle operazioni antidroga “Cinisaro” e “Meltemi”, condotte dalla Squadra Mobile e dal Gico del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Palermo. In quella circostanza è stata eseguita un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 22 soggetti ritenuti responsabili a vario titolo di importazione e spaccio di cocaina dal Sud America.
Le indagini, condotte dal dicembre 2014 al febbraio 2017 e confluite in quelle due operazioni, hanno consentito di individuare e smantellare un’organizzazione che controllava lo spaccio tra Palermo e Trapani, dediti all’importazione sul territorio siciliano di partite di cocaina provenienti dalla Colombia e dalla Calabria.
In particolare, le ricostruzioni investigative hanno consentito di accertare il ruolo verticistico che Alessando Bono avrebbe ricoperto nell’ambito dell’associazione a delinquere dedita all’importazione dal Sud America di ingenti quantitativi di stupefacenti. Lo sviluppo delle investigazioni, infatti, ha permesso, anche in collaborazione con i collaterali Organi di Polizia di altri Paesi, tra cui quella ecuadoregna e spagnola, non solo di sequestrare un quantitativo complessivo di oltre 33 chili di droga e di trarre in arresto alcuni dei soggetti monitorati, ma anche di risalire la “piramide” dei fornitori all’ingrosso, finendo con l’individuare proprio in Bono, il soggetto che avrebbe curato personalmente l’importazione di cocaina dal Sud America, servendosi di complici sudamericani ed avvalendosi anche dei servizi offerti da inconsapevoli società operanti nei campo delle spedizioni internazionali.
La droga destinata all’organizzazione viaggiava per via aerea, per terra o per mare, spesso occultata in svariati articoli quali libri, pedane, motori e macinini da caffè. Alcuni sequestri di sostanza stupefacente sono stati eseguiti presso gli aeroporti di Roma Fiumicino, Milano Malpensa e Ciampino, oltrechè nei confronti di corrieri a bordo di traghetti e autobus di linea.
Con gli accertamenti patrimoniali è emersa l’assoluta esiguità delle risorse economiche dichiarate dal Bono, nonchè l’indisponibilità da parte sua di entrate lecite ed idonee all’acquisto dei beni e all’avviamento delle attività commerciali oggi finiti sotto sigillo.