Mafia, omicidio Giampiero Tocco, la figlia si costituisce parte civile
All’età di appena sei anni, assistette al sequestro del padre, Giampiero Tocco, il macellaio di Terrasini rapito ed ucciso nell’ottobre del 2006 da un commando di killer di Cosa nostra. Adesso, maggiorenne, la ragazza si è costituita parte civile all’udienza preliminare a carico di cinque mafiosi accusati di aver partecipato a quell’efferato delitto, assieme alla madre e ai suoi due fratelli.
Il giorno del rapimento, fu proprio la ragazzina, che era in auto con il padre, a dare un contributo decisivo alle indagini, facendo agli investigatori un disegno in cui ha raffigurato le fasi del sequestro e gli uomini d’onore che, travestiti da poliziotti, simulando un arresto costrinsero la vittima a seguirli.
Nell’auto della vittima gli investigatori avevano piazzato delle cimici che registrarono la telefonata che la bambina fece alla madre dopo che il padre venne portato via dal commando.
Giampiero Tocco fu portato via, torturato e ucciso col metodo della lupara bianca.
Per l’omicidio sono già stati condannati all’ergastolo i boss di San Lorenzo Salvatore e Sandro Lo Piccolo e Damiano Mazzola, mandanti dell’agguato, e ad otto anni i collaboratori di giustizia Gaspare Pulizzi e Francesco Briguglio, accusati del sequestro e dell’uccisione.
Mesi fa, grazie alle rivelazioni dell’ex boss di Carini Antonino Pipitone, ormai collaboratore di giustizia, oltre al movente, sono stati scoperti i ruoli che altre 4 persone avrebbero avuto nel piano di morte dettato dai boss Salvatore e Sandro Lo Piccolo, contro il macellaio di Terrasini, ritenuto tra i responsabili dell’omicidio di Giuseppe Di Maggio, figlio dell’allora capomafia di Cinisi, don Procopio Di Maggio.
Si tratta di Salvatore Gregoli, Vincenzo e Giovambattista Pipitone e Ferdinando Gallina. Quest’ultimo detto Freddy si trova attualmente negli Stati Uniti d’America, in attesa di essere estradato in Italia.
Ieri si è aperta l’udienza preliminare davanti al Gup Fabrizio Molinari, oltre che per il delitto Tocco, anche per altri tre omicidi di mafia, di cui Pipitone ha svelato movente e colpevoli e che vede alla sbatta pure Salvatore Cataldo e Antonino Di Maggio.