Cinisi, l’ispezione delle forze dell’ordine boccia la gestione del centro di accoglienza
I giovani extracomunitari dovranno lasciare l’istituto Opera Pia per le gravi carenze organizzative riscontrate dalle forze dell’ordine. Le due cooperative che gestiscono il centro di accoglienza, invece, rischiano la cancellazione dall’albo regionale. E su tutta la vicenda c’è il rischio di un’inchiesta. È questo l’esito dell’ispezione eseguita dal Tribunale dei minori, che ha trasferito gli incartamenti alla Procura della Repubblica. Saranno altri magistrati a valutare se ci sono elementi di reato. Ma, la relazione arrivata al Comune di Cinisi ed esposta ieri sera al massimo consesso civico dal sindaco Giangiacomo Palazzolo, ha toni piuttosto duri. Nel mirino degli inquirenti sono finite le comunità alloggio “Primavera” e “Madre Carmela Prestigiacomo” che operano all’interno di un palazzo antico a pochi passi dal municipio. Sono le 11 di sera del 13 ottobre, quando carabinieri e Guardia di Finanza varcano la soglia del portone e si dirigono al secondo piano dove alloggiano i ragazzi. Dopo le polemiche che si erano scatenate nelle settimane precedenti, lo scopo è capire se gli standard organizzativi sono rispettati. Al momento dell’arrivo degli inquirenti, però, i ragazzi si trovavano da soli. Poco dopo, i militari dell’Arma e le Fiamme gialle apprendono che a svolgere il servizio di vigilanza notturna è un volontario della Protezione civile. L’operatore non sembra legato da alcun contratto di lavoro e non ha l’obbligo di rimanere nella sede. Secondo i militari, quella notte i minori sono da soli. Il che sarebbe in contrasto con la normativa che regolamenta in modo preciso il tipo di assistenza alla quale hanno diritto i minori non accompagnati. Dunque, dopo settimane di manifestazioni e interviste, arriva un’indagine a delineare i contorni di una vicenda scivolata nella bufera politica. Finite alla ribalta della cronaca nazionale, le dichiarazioni del primo cittadino avevano attirato l’attenzione del leader nazionale di Forza nuova e di quello della Lega Nord, Matteo Salvini. Ma, andiamo con ordine. Gli interventi che avevano acceso i riflettori erano stati due. Nel primo, Palazzolo aveva invitato lo Stato centrale a verificare meglio il modo in cui sono spesi i soldi destinati all’accoglienza. In discussione aveva messo la minore età attribuita a molti dei giovani che da diritto a misure di accompagnamento più onerose. “Uno spreco di denaro pubblico” lo aveva definito. In cifre, dal comune di Cinisi transitano 15 mila euro al mese per garantire l’assistenza a 13 ragazzi sotto i 18 anni. Più delicata era stata la seconda uscita. In un video su facebook, il sindaco aveva reso nota la protesta di alcuni ospiti che avevano manifestato contro il ritardo nel pagamento del “pocket money” la diaria giornaliera da 1,66. La manifestazione, però, aveva allarmato i genitori di alcuni bambini che frequentavano una scuola materna allocata dentro lo stesso istituto. Questa convivenza, strana perché metteva due realtà così diverse a poca distanza, si era interrotta appena le madri avevano deciso di ritirare da scuola i bambini. I genitori volevano evitare che i figli fossero a contatto con situazioni del genere. Ma, come aveva stabilito il magistrato, non si poteva parlare di ostaggio. Mancava, infatti, la volontà di limitare la libertà di qualcuno. Gli stessi migranti, qualche giorno dopo, si erano scusati. Parole e fatti, però, avevano preso un’altra direzione e assunto sfumature razziste con opposti schieramenti. Il tam tam mediatico-politco si era messo in movimento e il sindaco si era trovato in mezzo ad un dibattito in cui la Destra aveva espresso apprezzamento, mentre il Pd e altri esponenti politici locali gli avevano chiesto di prendere le distanze e di scrollarsi dalle spalle l’immagine di una cittadina intollerante. “In attesa che le indagini facciano il loro corso, pare che i miei dubbi sulla gestione fossero fondati” – ha detto il sindaco Giangiacomo Palazzolo – voglio, comunque, rassicurare, che al di là di questa vicenda, il mio paese è sensibile al tema dell’accoglienza. Per il futuro – conclude il sindaco di Cinisi – l’obiettivo è avere a che fare con cooperative che sappiano garantire la gestione in modo corretto”. Non è stato possibile avere una replica dal segretario amministrativo e dal commissario straordinario dell’ente, ruoli rispettivamente ricoperti da Domenico Micale e Michele Ciancimino, poichè telefonicamente irraggiungibili.