Caso Saguto, chiesto il processo per l’ex Pres. Sez. Misure di Prevenzione
Al termine di una requisitoria di 5 ore, la procura di Caltanissetta, ha chiesto il rinvio a giudizio per l’ex presidente della sezione Misure di prevenzione del tribunale di Palermo Silvana Saguto, accusata di corruzione e abuso di ufficio.
Chiesto il processo anche per altri 16 imputati tra i quali Vittorio Saguto, Lorenzo ed Emanuele Caramma, rispettivamente padre, marito e figlio del magistrato. E ancora per il funzionario della Dia Rosolino Nasca, per i docenti universitari Roberto Di Maria e Carmelo Provenzano per la moglie e il collaboratore di Provenzano, Maria Ingrao e Calogera Manta, per l’ex prefetto di Palermo Francesca Cannizzo, per gli amministratori giudiziari Aulo Gigante, per l’ex giudice della senza misure di prevenzione Lorenzo Chiaramonte e per l’amministratore giudiziario Walter Virga.
Tre coimputati di Saguto, i magistrati Tommaso Virga e Fabio Licata e il cancelliere del tribunale Elio Grimaldi, hanno fatto richiesta di essere giudicati con il rito abbreviato.
L’udienza è stata rinviata al 6 novembre per le discussioni dei difensori degli imputati.
Stralciata e trasmessa a Palermo la posizione del professor Luca Nivarra, mentre uno dei principali protagonisti dell’indagine, Gaetano Cappellano Seminara, ha chiesto e ottenuto di essere processato col rito immediato.
L’inchiesta fu avviata nell’estate del 2015, quando la Procura di Palermo, che indagava su illeciti nella gestione di una concessionaria sequestrata agli imprenditori mafiosi Rappa, sospettando responsabilità dei colleghi, trasmise gli atti ai pm di Caltanissetta, competenti per legge, essendo coinvolti magistrati.
Al centro dell’inchiesta, con una serie di perquisizioni negli uffici giudiziari della sezione misure di prevenzione del tribunale di Palermo, c’è la gestione dei beni sequestrati e confiscati alla mafia, che per anni sarebbe ruotata attorno all’ex presidente e al suo entourage.
Secondo la tesi dell’accusa, alcuni fedelissimi della Saguto avrebbero avuto a turno le maggiori amministrazioni giudiziarie e in cambio il magistrato avrebbe ricevuto regali e favori. Le ipotesi di reato contestate, circa 80, vanno dalla corruzione, al falso, all’abuso d’ufficio, alla truffa aggravata.