Blitz antimafia all’alba nel mandamento di Bagheria, 16 arresti
Aveva ordinato l’omicidio della figlia. Il capomafia di Bagheria, Pino Scaduto, considerava un affronto, il fatto che la stessa si fosse fidanzata con un maresciallo dei carabinieri. Un episodio che aveva messo in crisi l’intero clan e che andava punito con il massimo della pena. Pino Scaduto commissionò il delitto al figlio, che fortunatamente non si volle macchiare di questo reato.
Queste disposizioni le avrebbe dettato mentre era rinchiuso in carcere, anche perché sospettava di essere stato arrestato dai carabinieri proprio per colpa della figlia, nel momento in cui stava gestendo un affare importantissimo per le sorti di Cosa nostra, la ricostituzione della commissione provinciale, ovvero la Cupola.
Nel frattempo tornato libero per avere scontato la pena, dopo sei mesi, questa notte, Pino Scaduto è tornato in carcere. I carabinieri del comando provinciale diretto dal colonnello Antonio Di Stasio lo hanno arrestato alle prime luci dell’alba assieme ad altre 15 persone.
Le indagini della Dda di Palermo diretta dal procuratore Francesco Lo Voi e dall’aggiunto Salvatore De Luca hanno individuato il nuovo gruppo dirigente del mandamento mafioso di Bagheria, che continuava a imporre estorsioni a commercianti ed imprenditori.
L’ordinanza di custodia cautelare firmata dal giudice Nicola Aiello riguarda anche Pietro Liga, Antonino Virruso, Francesco Speciale, Giacinto Di Salvo, Salvatore Zizzo, Vito Guagliardo, Damiano D’Ugo, Vincenzo Urso, Andrea Lombardo, Michele Modica, Giovan Battista Rizzo, Giovanni Trapani, Francesco Lombardo, Andrea Carbone e Nicola Marsala.
Secondo gli inquirenti Pino Scaduto meditava pure altri omicidi. Voleva colpire anche il maresciallo dei carabinieri che si è innamorato di sua figlia. Per lui era indispensabile che si ristabilisse il concetto di onore mafioso che non andava infranto, così come i boss Totò Riina e Bernardo Provenzano gli avrebbero insegnato.