Montelepre. Morte Angelo Maiorana, assolti i titolari dell’impresa
Assolti dal reato di omicidio colposo “perché il fatto non sussite” i due imprenditori Francesco Caruso e Franca Biundo, titolari dell’impresa per la quale lavorò appena tre giorni Angelo Maiorana. Il muratore di 19 anni morì all’interno di una macelleria in ristrutturazione a Montelepre. In un primo momento la sua morte vene archiviata come decesso naturale, per un infarto fulminante. Ma i genitori del ragazzo a quella ricostruzione non avevano mai creduto, sostenendo che il figlio godesse di ottima salute e si sono affidati a un avvocato per chiedere la riapertura dell’inchiesta. Il sostituto procuratore Claudia Ferrari, dopo la riesumazione del cadavere, iscrisse sul registro degli indagati i nomi del titolare e del legale rappresentante della ditta che stava eseguendo i lavori per omicidio colposo connesso alla violazione delle norme di sicurezza sul lavoro. Oggi il giudice per l’udienza preliminare Marco Gaeta ha condannato comunque i due imputati per violazione alle norme di sicurezza sul lavoro. Il cantiere era allacciato abusivamente alla rete elettrica.
Il pm Ferrari decise di accettare la richiesta di riesumazione della salma dopo 4 mesi dalla morte e, una perizia di parte, mise nero su bianco che quel ragazzo sarebbe morto folgorato. Sui polpastrelli delle sue dita vennero riscontrate delle bruciature, eppure, accanto al corpo di Angelo Maiorana trovato prima riverso per terra da un collega e poi dai carabinieri, davanti al cantiere di via Castrenze Di Bella, non venne rinvenuto alcuno strumento elettrico. Il pubblico ministero che si occupò del caso diede disposizioni di ispezionare le attrezzature presenti nel cantiere – posto sotto sequestro – e di studiare meglio la scena del luogo dell’incidente per capire se fosse stata modificata da qualcuno. Inoltre, avrebbe rivalutato la testimonianza di un collega di Angelo Maiorana, il quale raccontò che alle 7,25 di quella mattina in cui avvenne la tragedia, il giovane arrivò con altri colleghi in via Castrenze di Bella, corso principale di Montelepre e che si fosse accasciato sul suolo mentre stava per aprire la porta del negozio: una testimonianza che spinse il medico legale a certificarne la morte per un infarto fulminante. In aula questa mattina il medico legale che ha eseguito l’autopsia sul ragazzo, Stefania Zerbo, non ha escluso che la morte possa essere legata ad altro. Nonostante i “segni suggestivi di macchia elettrica”, come ha dichiarato. Di fatto per il giudice non c’è una prova certa.
FONTE LA REPUBBLICA