Borgetto, licenziata dipendente precaria del comune: “permesso irregolare”. Annunciato ricorso
Licenziata una dipendente precaria del comune di Borgetto. La donna, 50 anni, assistente amministrativo, aveva chiesto il congedo straordinario per assistere il figlio autistico, ma invece andò negli Stati Uniti per accudire il padre gravemente ammalato, lasciando il figlio a casa.
La decisione è del Segretario generale del comune, dopo il provvedimento disciplinare che era stato avviato nei confronti della dipendente, moglie fra l’altro, del sindacalista Giuseppe Panettino, ex consigliere comunale e portavoce dell’ex sindaco Gioacchino De Luca fino allo scioglimento per infiltrazioni mafiose decretato a maggio dal Consiglio dei Ministri.
La donna, in particolare, avrebbe chiesto un congedo straordinario per un mese, a partire dal 3 aprile, sfruttando i benefici della legge 104 per l’assistenza del figlio autistico. Le sue intenzioni sarebbero state quelle di partire in America per accudire il padre ammalato e portare con se il figlio. Quest’ultimo però avrebbe avuto una grave crisi a pochi giorni dalla partenza e il medico ne avrebbe sconsigliato il viaggio.
La donna dunque partì da sola e dieci giorni dopo, il marito inviò una comunicazione al Municipio per informare che la moglie era partita senza il figlio e dunque di voler trasformare il congedo straordinario in ordinario o ferie.
Giustificazione che però non è bastata al comune per evitare il licenziamento, poiché la comunicazione non è avvenuta tempestivamente ma a distanza di diversi giorni.
E così è arrivata la decisione del comune di mettere alla porta la dipendent.
“Le istituzioni ferree legali incorruttibili iniziano a fare la lotta alla mafia di Borgetto licenziando mia moglie” è l’amaro sfogo di Pino Panettino sul suo profilo Facebook. “Noi ci aspettavamo un premio per aver aiutato nostro figlio senza la presenza dello stato in questi anni dalla sua nascita. Ci hanno messo in ginocchio, in questo stato pagano i più deboli. Da 22 anni soffriamo in silenzio, abbandonati dalla Chiesa e dalle Istituzioni. Da oggi per quanto mi riguarda, da solo farò la mia battaglia a tutela del giusto ….anche a sacrificare la mia vita se ci sarà bisogno, ma in questo paese deve trionfare il vero.”
La vicenda comunque non si dovrebbe chiudere con il licenziamento, Panettino infatti annuncia un ricorso al giudice del lavoro presentando tutto i documenti e le certificazioni in possesso per dimostrare l’assoluta regolarità di quanto accaduto.