“Appalti pilotati all’Aeroporto”, scattano arresti e avvisi di garanzia

Gli appalti per il restyling dell’aeroporto Falcone e Borsellino erano affidati sempre alle stesse ditte. E senza seguire le procedure dettate dalla legge. In due sono stati arrestati dalla squadra mobile di Palermo diretta da Rodolfo Ruperti che ha anche eseguito altrettante misure cautelari. Questa mattina, la polizia ha notificato dieci avvisi di garanzia nell’ambito dell’Operazione “The Terminal”. Che riguarda pure ex dipendente Gesap, imprenditori e progettisti.

Un’indagine coordinata dal procuratore Francesco Lo Voi, dagli aggiunti Leonardo Agueci, Dino Petralia e dal sostituto Luca Battinieri porta agli arresti domiciliari Carmelo Scelta, ex direttore generale della Gesap, già licenziato due anni fa dalla nuova gestione dell’aeroporto dopo lo scandalo Helg. Altro provvedimento riguarda un ex dirigente della società di gestione dell’aeroporto, Giuseppe Liistro, responsabile unico del procedimento di molti appalti, oggi dirigente di Adr (la società che gestisce gli aeroporti di Roma). Anche per lui sono scattati gli arresti domiciliari. Due misure cautelari per Giuseppe Giambanco, professore di Ingegneria dell’università di Palermo, al quale è stato applicato il divieto di dimora a Palermo, e Stefano Flammini, imprenditore romano del settore degli appalti, che è stato sottoposto alla misura interdittiva della sospensione per un anno da qualsiasi carica societaria. Gli indagati rispondono a vario titolo di associazione a delinquere, truffa aggravata ai danni dello Stato, turbata libertà di scelta del contraente e corruzione.

“Il danno per la Gesap è stato di undici milioni di euro”, spiega Ruperti. “Erano due gli artifici messi in campo: gli incarichi di progettazione venivano parcellizzati in modo da abbassare il tetto previsto dalla legge per gli appalti e fare gli affidamenti in via diretta, senza le necessarie gare pubbliche”. La progettazione della hall arrivi di Punta Raisi venne spacchettata in 117 progetti, poi affidati in via diretta. “La Gesap aveva le risorse interne per fare i progetti – prosegue Ruperti – invece gli incarichi venivano dissimulati con l’assegnazione di consulenze”. L’inchiesta nasce nel 2012, con la denuncia di un progettista della Gesap che si era ribellato al sistema, per questa ragione era stato licenziato. C’era un vero e proprio business attorno ai progetti. Vennero spesi 11 milioni di euro per 117 progetti della hall arrivi, solo 8 poi sono stati realizzati.  “Nell’ultima gestione di Gesap c’è stata collaborazione alle indagini”, dice il capo della Mobile.  L’inchiesta ha svelato il ruolo del professore universitario Giambanco: “Faceva l’attività di imprenditore attraverso una società intestata all’anziana madre”.

Le indagini hanno consentito inoltre di ricostruire a carico di LIISTRO e di GIAMBANCO anche un episodio corruttivo, perché LIISTRO nella qualità di dirigente GESAP, ha ricevuto da GIAMBANCO, l’espletamento, in forma gratuita o comunque a condizione di indebito favore, della progettazione strutturale delle opere di ammodernamento da realizzare nella villa di sua proprietà a Terrasini in contrada Ruffino, insieme alla direzione dei lavori e al disbrigo delle procedure autorizzative presso gli uffici tecnici competenti. Per tale vicenda risulta indagato pure un dirigente del genio Civile di Palermo.

repubblica.it

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