Terrasini, il chiosco in villa San Giuseppe non si farà

Il chiosco nella villa San Giuseppe di Terrasini non si farà. E’ stato deciso ieri sera, al termine di un’accesa seduta consiliare convocata proprio per dibattere sull’argomento, su richiesta dell’indipendente Grazia Ventimiglia. Discussione che, nonostante la contrarietà iniziale del Presidente del Consiglio Comunale Virginia Ferrigno, è stata trasformata in mozione, proposta dal capogruppo di Terrasini Futura Gianfranco Puccio e da tutti i gruppi di opposizione, riuscendo così ad impegnare la Giunta Maniaci a revocare, con effetto immediato, la delibera con quale l’ente locale affidava, ad un privato, parte del suolo della villa per la realizzazione di un chiosco dedito alla vendita di bevande. Mozione che è stata approvata all’unanimità dei presenti. Ad eccezione del Vicepresidente del Consiglio Comunale Filippo Tocco, che si è allontanato dall’aula gremita di cittadini al momento della votazione, anche la maggioranza, infatti, ha votato favorevolmente il documento. La seduta consiliare, segue un esposto, inoltrato dalle opposizioni all’Autorità Anticorruzione, a carabinieri e polizia e, all’Assessorato Regionale agli Locali, per denunciare la presunta illegittimità della concessione. Il progetto, aldilà dei vizi di forma procedurali denunciati dall’opposizione, non è mai stato condiviso anche per altri motivi – sottolinea il Consigliere Gianfranco Puccio – Villa San Giuseppe si trova tra la Chiesa Madre e il Collegio di Maria e, quindi sue siti ecclesiali che vanno innanzitutto rispettati. La creazione di un chiosco in questo sito – prosegue Puccio – sarebbe stata superflua, visto che, nella vicina piazza Duomo, ci sono decine di analoghe attività. Ogni rischio – conclude Puccio – è stato adesso scongiurato e ciò grazie anche al comitato no chiosco e alla sensibilità dei cittadini che, insieme a noi, si sono battuti per raggiungere questo atto di legalità. In aula, il sindaco Giosuè Maniaci che, ha sempre sostenuto la regolarità del progetto, ha sottolineato che, “già ieri mattina, non appena venuto a conoscenza della nota della Sovrintendenza dei Beni Culturali di Palermo, con la quale sospendeva l’efficacia del provvedimento autorizzativo già rilasciato nel luglio del 2015, ho deciso di bloccare l’iter del progetto, dandone comunicazione agli Uffici, prima ancora della riunione del Consiglio Comunale. Noi abbiamo sempre detto di procedere nel rispetto delle regole e delle indicazioni normative ed avevamo approvato la delibera di concessione di suolo pubblico per la realizzazione di un chiosco in Villa San Giuseppe perché le carte risultavano a posto. Ma adesso – prosegue Maniaci – considerato che la Sovrintendenza dei Beni Culturali con la sua nota sospende in autotutela il suo precedente provvedimento favorevole, ovviamente viene meno uno dei “pilastri” autorizzativi e noi , nel rispetto delle regole e della trasparenza, ne abbiamo preso atto, agendo di conseguenza. Ed infatti, già ieri mattina avevamo deciso di sospendere il provvedimento ed anche nella nota di risposta all’’interrogazione della consigliera comunale Eva Deak, citando la nuova comunicazione della Sovrintendenza, avevamo chiarito che ad oggi non risulta rilasciato alcun provvedimento abilitativo e non risultano in essere attività legate alla realizzazione delle opere previste nel progetto. Quindi, ci sembra corretto e consequenziale, alla luce degli ultimi avvenimenti, procedere adesso alla revoca della delibera. Ed a dimostrazione di questa volontà – conclude il sindaco Giosuè Maniaci – anche i consiglieri comunali di maggioranza hanno votato la mozione presentata dall’opposizione”. “Con il voto favorevole di tutto il Consiglio Comunale – aggiunge l’indipendente Grazia Ventimiglia – si è scampato il pericolo di ritrovarci, nell’unico polmone verde del centro storico, una struttura che avrebbe occupato 85 m di suolo, quindi una buona parte della villa, adiacente e di pertinenza alla Chiesa Madre e al Collegio di Maria . Il buon senso dei Consiglieri ha messo fine e bloccato la vicenda che, era stata pure attenzionata con parere negativo da parte della Soprintendenza ai Beni culturali. Con questa decione – conclude Ventimiglia – si è scongiurato il pericolo di aver levato al paese e a tutti i cittadini un bene storico che gli appartine e che certamente non poteva essere assegnato ad un privato”.

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