San Giuseppe Jato, nel Giardino della Memoria ricordato il piccolo Giuseppe Di Matteo (Video)
“A Giuseppe che non ha chiuso gli occhi… perché li ha aperti a noi” è lo slogan coniato per le iniziative programmate dal Comune di San Giuseppe Jato e dall’Associazione Libera in occasione del ventunesimo anniversario dell’omicidio del piccolo Giuseppe Di Matteo.
Questa mattina, autorità civili e militari, studenti di Altofonte, Palermo, San Cipirello e San Giuseppe Jato, si sono dati appuntamento nel bene confiscato al boss Giovanni Brusca, in contrada Giambascio, dove l’11 gennaio del 1996 il bambino venne prima strangolato e poi sciolto nell’acido. Un luogo di morte, trasformato da qualche anno nel Giardino della Memoria, ma anche di rinascita.
In questo presidio di legalità, infatti, così come in contrada Ginestra, a pochi passi dal Memoriale della strage del primo maggio 1947, in un altro bene riconducibile ai Brusca dove sorge il Centro Di Matteo, 10 giovani donne sono diventate operatrici di Biofattoria Sociale nell’ambito del Programma “Chi Semina Racconta” , finanziato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, che ha coinvolto anche 120 minori in difficoltà, disabili o autori di reato.
Presenti, alla cerimonia di commemorazione, una delegazione del Comune di Prato, composta da alcuni assessori e dal presidente del consiglio comunale, in segno di amicizia nei confronti di San Giuseppe Jato, ed alcuni rappresentanti dei coordinamenti di Libera a Prato e a Bolzano e, dei dipendenti della Coop Alleanza 3.0 di Rimini, ex campisti di Estate Liberi.
Le celebrazioni di oggi sono state occasione per presentare, in anteprima nazionale, il romanzo “Il Giardino delle Memoria” di Martino Lo Cascio, dedicato al piccolo Giuseppe Di Matteo. Per il sindaco di San Giuseppe Jato Davide Licari, il Giardino della Memoria non è solo un luogo che ricorda uno dei più efferati delitti di mafia, ma un vero e proprio simbolo di riscatto per la società sana.
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