E’ stato il latitante Vitale a svelare il suo vero covo a Borgetto

E’ stato Giovanni Vitale ad indicare il luogo dove ha trascorso la sua latitanza. Il boss palermitano arrestato l’altro ieri in una villa di contrada Bonagrazia a Giardinello avrebbe raccontanto agli investigatori -e si è limitato solo a queste dichiarazioni- di aver vissuto in un’abitazione di Borgetto. La notizia è riportata sul Giornale di Sicilia. La casa dove il latitante ha trovato rifugio è di un artigiano di 54 anni, con precenti penali per droga, che per un lungo periodo si è trasferito in Toscana per motivi di lavoro. Quando era rientrato in paese si era messo subito nei guai; infatti era stato arrestato perchè i carabinieri avevano scoperto nell’armadio della sua abitazione quattro chili e mezzo di marijuana. Adesso è stato denunciato a piede libero per favoreggiamento. In realtà il cinquantaquattrenne non corrisponde allo steriotipo del fiancheggiatore di un boss latitante. In genere i capimafia in fuga si circondano di incensurati, di sconosciuti alle forze dell’ordine e l’artigiano borgettano sembra essere tutto il contrario. Nel covo i carabinieri avrebbero trovato dei documenti appartenenti a Giovanni Vitale, nulla di compromettente pare e perciò che il boss avrebbe indicato dove si nascondeva. Giovanni Vitale è stato arrestato in una villa nelle campagne di Giardinello, considerato però dagli investigatori un luogo di incontro occasionale. I carabinieri sono riusciti a fermare la sua latitanza (che durava da pochi mesi) seguendo la moglie. In manette insieme a Vitale è finito Salvatore Billeci, operaio palermitano incensurato accusato di favoreggiamento con l’aggravante di avere agevolato Cosa Nostra.

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