Capaci. Cresta sui buoni pasto?, gip respinge sospensione di due impiegati
«Non sono stati ravvisati gli estremi per l’applicazione della sospensione dal servizio», respinta l’applicazione del provvedimento restrittivo per due impiegati del Comune di Capaci accusati di peculato e falso in concorso: una si sarebbe appropriata di 809 buoni pasto, l’altro l’avrebbe coperta. Il gip Giangaspare Camerini ha respinto la richiesta della misura interdittiva avanzata dal pubblico ministero Enrico Bologna. L’inchiesta comunque prosegue – scrive oggi il Giornale di Sicilia- e il pm dovrà adesso decidere se andare verso il processo o archiviare il caso. La vicenda risale al 2015: secondo l’accusa l’impiegata si sarebbe appropriata di 809 buoni pasto, i residui di quelli che vengono mensilmente distribuiti ai dipendenti comunali. Valore dei ticket quattro mila euro. Temendo di essere scoperta la donna avrebbe allora chiesto al collega di modificare alcuni atti. I due hanno sempre respinto ogni addebito. Assistiti rispettivamente dagli avvocati Rosario Vento e Carlo Emma durante gli interrogatori avrebbero sempre spiegato di non aver commesso reati. I due impiegati continuano dunque a prestare servizio al Comune di Capaci. Il sindaco Sebastiano Napoli indipendentemente dalle decisioni del giudice avrebbe potuto sospenderli ma ha ritenuto di non doverlo fare.