Al via alle comunarie per le amministrative di Palermo. Intanto, periti confermano ipotesi della Procura sulle firme false

Si vota fino alle 19 di oggi, alle comunarie dei  Cinquestelle per decretare chi sarò il prossimo candidato a sindaco di Palermo del movimento penta stellato. In corsa ci sono l’avvocato Ugo Forello, Fondatore di Addio Pizzo e il poliziotto Igor Gelarda, segretario del sindacato Consap.  Il voto online è aperto a poco più di duemila iscritti al movimento fondato da Beppe Grillo ed arriva dopo le defezioni dei giorni scorsi, da parte di attivisti selezionati per la candidatura a sindaco che, considerando anche la lista per il Consiglio Comunale, ha registrato in tutto 9 ritiri. La selezione, infatti, ha sullo sfondo una profonda spaccatura fra il nucleo storico vicino ai parlamentari nazionali (fra cui Nuti, Mannino e Di Vita indagati per le firme false e sospesi), e il gruppo che, attorno ai deputati regionali Cancelleri e Trizzino, si è adoperato per non far saltare le Comunarie. Oltre a scegliere i candidati sindaci, gli attivisti  sono chiamati a presentare candidature femminili per completare la lista ridimensionata dai ritiri dei giorni scorsi.

Intanto, sullo scandalo delle firme false, i consulenti confermano le ipotesi contestate dalla Procura, aggiungendo che,   fra gli indagati del Movimento 5 stelle, ci sono coloro che hanno falsificato le liste per le candidature alle elezioni comunali del 2012. I periti, nominati dal procuratore aggiunto Bernardo Petralia e dal sostituto Claudia Ferrari hanno consegnato  tre corposi fascicoli, in cui hanno ripercorso il lavoro di comparazione fra le liste e il materiale acquisito dagli agenti della Digos, superando la mossa difensiva di alcuni indagati di non sottoporsi al saggio grafico, come i deputati Riccardo Nuti, Claudia Mannino e Giulia Di Vita. I consulenti hanno analizzato alcuni documenti scritti di loro pugno, come moduli universitari o dichiarazioni che vanno allegate alla candidatura  degli indagati del Movimento Cinque Stelle,  per comparare la loro grafia con quella delle circa duecento firme che sarebbero state ricopiate quando gli attivisti si accorsero di avere sbagliato il luogo di nascita di un candidato. Circostanza confermata da Claudia La Rocca e Giorgio Ciaccio i quali hanno ammesso le proprie responsabilità raccontando che “fu necessario ricopiare le firme prima di presentarle con la lista elettorale in Tribunale, dove l’autenticità fu certificata dal cancelliere Giovanni Scarpello, pure lui sotto inchiesta. La Procura di Palermo, adesso, dopo avere acquisito la perizia, si appresta a chiudere le indagini che riguardano inoltre, Pietro Salvino, marito di Claudia Mannino,  Giuseppe Ippolito, Riccardo Ricciardi e Stefano Paradiso.

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