Processo Grande Passo 3, chiesti 70 anni di carcere per la mafia del corleonese
Chiesti 70 anni di carcere per 6 presunti esponenti della mafia corleonese, finiti in manette nell’ambito dell’operazione Grande Passo 3. Il pm Sergio De Montis che rappresenta l’accusa assieme ai colleghi Caterina Malagoli e Gaspare Spedale, nel processo che si svolge con il rito abbreviato davanti al gup Fabrizio La Cascia, ha chiesto la pena più alta, 16 anni, per Rosario Salvatore Lo Bue, ritenuto il reggente della famiglia mafiosa di Corleone, 14 anni per il presunto capo clan di Chiusa Scalafani Vincenzo Pellitteri, 11 anni per il presunto boss di Contessa Entellina Pietro Pollichino e 9 anni ciascuno per i due Salvatore e Roberto Pellitteri. Gli imputati, erano stati intercettati mentre parlavano di volere uccidere il Ministro Angelino Alfano che, avrebbe dovuto fare la fine di John Kennedy, sostenendo che il presidente degli Stati Uniti, il 22 novembre del 1963 venne assassinato a Dallas proprio dalla mafia-siculoanericana. In questa conversazione c’era pure Pietro Paolo Masaracchia, processato a parte. I presunti mafiosi, nella conversazione, lamentavano le restrizioni del 41 bis che mettevano in difficoltà i boss detenuti e rendevano difficili i collegamenti e le comunicazioni fra di loro, sostenendo che Alfano avesse fatto come Kennedy che, a loro dire, sarebbe stato eletto con i voti della mafia italoamerica per poi voltargli le spalle. L’attentato contro Angelino Alfano andava commesso nel suo alloggio di Roma od in alternativa ad Agrigento dove il titolare del Viminale sarebbe dovuto andare per le elezioni. Il piano di morte era stato solo accennato, tant’è che non viene contestato neppure il tentativo, però la rabbia nutrita dagli imputati con Alfano, in quella conversazione intercettata, per gli investigatori sarebbe stata notevole.