Omicidio Concetta Conigliaro, confermati 20 anni di carcere per il marito
La Corte d’Assise d’appello ha confermato due condanne ed emesso un’assoluzione per l’omicidio di Concetta Conigliaro, la donna di 27 anni uccisa e bruciata dal marito Salvatore Maniscalco a San Giuseppe Jato.
Nonostante il pg Giuseppe Fici avesse chiesto una riduzione della pena, da 20 a 16 anni, per l’attenuante della provocazione visto che la donna avrebbe picchiato il marito, Salvatore Maniscalco non è riuscito ad ottenere alcun sconto di pena. I giudici della Corte d’Appello hanno confermato, nei suoi confronti, la condanna a 20 anni di carcere, già inflittagli nel processo di primo grado che si è svolto con il rito abbreviato.
4 anni e 7 mesi di detenzione, invece, sono stati confermati per Antonino Caltagirone che lo avrebbe aiutato a disfarsi del cadavere.
Infine, è arrivata l’assoluzione per non avere commesso il fatto, in favore di Vincenzo Caltagirone, zio di Salvatore Maniscalco. L’uomo era imputato per il reato di distruzione e occultamento di cadavere in concorso col figlio Antonino e con il marito di Concetta.
Il procuratore generale aveva chiesto l’assoluzione avallando la tesi difensiva. “Il mio assistito – dice l’avvocato Enrico Bennici – si è sempre professato estraneo alla vicenda e ha sempre negato quanto gli veniva contestato. E’ stato indicato da Maniscalco come complice ma anche le intercettazioni ambientali sono state rivalutate dalla Corte d’Assise d’appello. Il legale aspetta adesso le motivazioni. Vincenzo Caltagirone è rimasto agli arresti tra carcere e domiciliari per un anno e, la difesa, intende adesso chiederemo il risarcimento danni per ingiusta detenzione.
I resti del cadavere della donna, la cui scomparsa venne denunciata nell’aprile del 2014 vennero ritrovati bruciati nel mese di giugno dello stesso anno, a San Giuseppe Jato, dopo la confessione dell’uomo. La donna aveva 27 anni e venne uccisa con alcuni colpi di un arnese di campagna e poi bruciata.
I carabinieri avevano fatto scattare le manette ai polsi di Maniscalco dopo avere trovato i frammenti ossei della giovane donna all’interno di un sacco nelle campagne vicino a San Cipirello.
Salvatore Maniscalco ha cambiato diverse volte la sua versione dei fatti, dicendo alla fine che Concetta sarebbe morta sbattendo la testa dopo l’ennesima lite in casa e lui, solo per paura, avrebbe deciso di disfarsi del corpo bruciandolo e trasportandolo in campagna.