Cinisi. Sfiducia Manzella, PD contesta dichiarazioni del sindaco

Si aspettavano delle dichiarazioni alla stampa da parte della capogruppo della maggioranza Marina Maltese invece alle domande della nostra redazione ha risposto il sindaco di Cinisi Giangiacomo Palazzolo. I consiglieri comunali del Partito Democratico Caterina Palazzolo, Salvatore Catalano e Vera Abbate tornano ad occuparsi della sfiducia al presidente Giuseppe Manzella, stigmatizzando le affermazioni rilasciate ai nostri microfoni dal primo cittadino. Ad onor del vero, la nostra redazione aveva contattato la capogruppo Maltese chiedendo appunto delle dichiarazioni sui motivi della sfudicia a Manzella, dichiarazioni che non sono arrivate e perciò si è deciso di chiedere un commento al sindaco di Cinisi, che è stato disponibile all’intervista. Entrando nel merito della contestazioni del gruppo PD, i consiglieri comunali scrivono: «Giangiacomo Palazzolo ha dichiarato che l’atto costitutivo del comune di Cinisi (statuto comunale) è una fonte sub-primaria che vale più della legge regionale. Sottolineamo –si legge- il nostro disappunto rispetto a quanto affermato dal sindaco, sia per il principio di gerarchia delle fonti sia perché la sentenza del TAR citata, resta sempre una sentenza di primo grado e tra l’altro non riguardante neanche il comune di Cinisi, come dallo stesso erroneamente dichiarato nell’intervista. Ma pur volendo prendere per buono quanto dichiarato dal sindaco, a questo punto per coerenza, bisogna ricordare a tutti i suoi consiglieri di maggioranza nonché al segretario comunale –continuano dal PD-, che nell’art.41 dello statuto comunale (che a detta dello stesso sindaco vale di più della legge regionale) è dichiarato incompatibile il ruolo contemporaneo di assessore e di consigliere. Decidendo di applicare quanto previsto dallo Statuto comunale in luogo di quanto previsto dalla legge regionale, essendo in presenza di un soggetto (il riferimento è a Mimmo Scrivano, anche se i consiglieri nel PD non lo nominano nel comunicato stampa) che ricopre contemporaneamente la carica di consigliere e di assessore, risulterebbe per via dell’incompatibilità prevista dallo statuto comunale, illegittima la votazione alla quale il soggetto (sempre Scrivano) ha partecipato, volendo altresì precisare che senza il voto di quest’ultimo non si sarebbe raggiunta la maggioranza assoluta e di conseguenza neanche la sfiducia prevista dallo statuto. Delle due una –dicono ancora dal PD- o si applica sempre la legge o sempre lo statuto. Ma se la decadenza è illegittima –sostengono Caterina Palazzolo, Salvatore Catalano e Vera Abbate- di conseguenza lo sarà anche l’elezione del nuovo presidente del consiglio che dovrebbe avvenire nella prossima seduta consiliare. Insomma –concludono dal PD- come la si gira, questa vicenda ha tutti gli elementi per risultare illegittima».

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