Carini. Uccise il padre a coltellate, condannata a 15 anni la figlia

Condannata a 15 anni di carcere Stefania Bologna accusata di avere ucciso il padre a coltellate nella loro abitazione di Corso Garibaldi a Carini. La sentenza – riporta il Giornale di Sicilia – è del gup Roberto Riggio. La donna trentanovenne che sarebbe affetta da una grave crisi depressiva che l’avrebbe portata diverse volte a tentare il suicidio, secondo le indagini, era perfettamente in grado di intendere e di volere, il 18 novembre dello scorso anno quando uccise il padre settantenne Francesco Bologna.
La pena infilitta alla donna – 15 anni – è la metà di quanto chiesto dalla Procura. Il processo si è svolto con il rito abbreviato e fondamentale è stata una perizia disposta dal giudice, proprio per stabilire se la donna fosse effettivamente lucida al momento del delitto. I vicini, sentiti dagli investigatori, avrebbero riferito di frequenti liti all’interno della famiglia, originaria di Palermo. Il giorno dell’omicidio, a far traboccare il vaso sarebbe stato il fatto che il padre della donna le avrebbe staccato la connessione wifi. Tra il pensionato e la figlia c’erano spesso delle discussioni e così Stefania Bologna aveva deciso di mettere fine a quei rimproveri. Il padre, forse per spronarla, le avrebbe rinfacciato di non lavorare e di non contribuire al sostentamento della famiglia.
A chiedere disperatamente aiuto era stata la madre della donna, che aveva trovato il marito in fin di vita, ma all’arrivo del 118 non c’era stato nulla da fare. La figlia, fermata subito dopo dai carabinieri, aveva confessato, parlando di un odio profondo nei confronti del padre. La difesa ha sostenuto che la donna avrebbe pure subito delle molestie quando era bambina. Tante giustificazioni che però non hanno convinto il giudice a scagionarla da un delitto così grave. Stefania Bologna è attualmente rinchiusa nell’ex carcere psichiatrico di Barcellona Pozzo Di Gotto.

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