Raddoppio ferroviario Cefalù – Punta Raisi, scatta la mobilitazione per salvare la mega opera
Ancora incerto il futuro del cantiere del raddoppio ferroviario Cefalù – Punta Raisi, la mega opera da un miliardo e 100 milioni di euro che dovrebbe rivoluzionare la mobilità di tutta la provincia di Palermo.
La Sis, la società consortile che si è aggiudicata i lavori, ha infatti comunicato la scorsa settimana ai sindacati di non poter completare l’opera già realizzata all’80%. All’appello mancano interventi per un centinaio di milioni che potrebbero essere completati al massimo entro un paio d’anni e che potrebbero far ripristinare, nel giro di qualche mese, anche il collegamento con l’aeroporto Falcone-Borsellino.
Sembra che dietro la scelta della Sis, possa esserci un contenzioso in atto con Rfi, la controllata delle Ferrovie che fa da stazione appaltante.
Fermare i lavori, con il conseguente licenziamento di 250 operai, significherebbe lasciare un opera incompiuta e far svanire i sacrifici che da qualche anno fanno i residenti, i commercianti e i pendolari anche dei comuni di Isola delle Femmine, Capaci, Carini e Cinisi. Se la Sis dovesse alla fine decidere di abbandonare il cantiere, si andrebbe incontro ad una causa milionaria con la Rfi che, a quel punto, sarebbe costretta a verificare l’avanzamento dei lavori e a fare una nuova gara per scegliere qualcuno che completi le opere.
I sindacati sono già in mobilitazione. Secondo la Cisl, in questi giorni dovrebbe tenersi un incontro fra Rfi e la Sis; inoltre il Prefetto avrebbe assicurato la convocazione di un tavolo e sia il comune di Palermo, che il governo regionale hanno chiesto l’intervento di Roma, che si sarebbe a sua volta attivata per risolvere il problema.