Raddoppio ferroviario, a rischio licenziamenti e il blocco dei lavori della Sis

Annunciato, per problemi economici, il licenziamento dei lavoratori e il blocco dei cantieri della Sis, il consorzio che ha realizzato il tram di Palermo e che adesso sta costruendo il passante ferroviario, ossia il raddoppio della linea ferrata fino a Punta Raisi.
L’opera, da oltre un miliardo di euro, divisa in tre tratte, è stata in parte già realizzata ed è oltre l’80%. Il suo fermo provocherebbe enormi danni, non solo occupazionali ma soprattutto per le opere che resterebbero a metà.
Una notizia comunicata nei giorni scorsi alle segreterie provinciali dei sindacati che, già lo scorso mese di luglio avevano incassato la decisione della Sis di licenziare decine di operai in esubero, determinato dallo stato di avanzamento dei lavori in corso. Ma adesso, i licenziamenti riguardano 500 operai su 530. Solo gli addetti alla sicurezza sarebbero esclusi dall’elenco.
Secondo l’azienda, la commessa è in forte perdita, da qui la possibilità che la Sis apra un contenzioso con la Rfi su aspetti tecnici e finanziari dell’opera.
Ai licenziamenti di massa si oppongono i sindacati degli edili e le sigle confederali, secondo cui non sussistono le giuste motivazioni per tale operazione.
“Dal nostro punto di vista e secondo il cronoprogramma che c’era stato consegnato dalla stessa Sis – scrivono in una nota le organizzazioni di categoria – l’opera si sarebbe dovuta concludere entro il giugno 2018 e quindi l’attuale forza lavoro è congrua alle attività da svolgere. Richiamiamo al senso di responsabilità sia l’azienda sia Rfi, perché l’opera si definisca. Non possiamo subire un ennesimo arresto di un’opera pubblica così importante dal punto di vista occupazionale e non possiamo sopportare i rischi legati a una nuova incompiuta, che insiste in modo così invasivo sul capoluogo e sui comuni della provincia, anche per l’impatto che ha per la mobilità”.
Martedì 25 ottobre, dalle 7 alle 9 si terrà al cantiere della Sis un’assemblea sindacale e saranno discusse le iniziative da prendere.
Intanto, la notizia preoccupa anche il Comitato Pendolari Palermo-Punta Raisi e i vertici dei comuni coinvolti nella chiusura della linea ferrata, che hanno chiesto ed ottenuto un audizione con la IV Commissione “Ambiente e Territorio” dell’Assemblea Regionale Siciliana che, si terrà il prossimo 26 ottobre alla 12,30.
La convocazione nasce dalle richieste avanzate dal Segretario del Pd di Capaci Salvatore Roccalumera, in qualità di Presidente del Comitato Pendolari Palermo Punta Raisi, e dal Presidente del Consiglio di Cinisi Giuseppe Manzella, che da più di un anno lottano per i diritti dei pendolari.
“Siamo veramente preoccupati – dice Roccalumera – le notizie sulla possibile chiusura del cantiere per problemi economici rendono la vicenda molto grave, questo porterà fortissime ripercussioni in tutto il comprensorio. Oltre a lasciare un’opera incompiuta, determinante per l’assetto della mobilità, creerà un fortissimo disagio a tutti, con forti ripercussioni nella crescita e nello sviluppo del nostro territorio che ha già tantissimi problemi. Per noi il raddoppio ferroviario è una questione di civiltà. Chiederemo spiegazioni ed interventi al fine di attenuare i disagi dei pendolari”.
Anche il Presidente del Consiglio Comunale di Cinisi, Giuseppe Manzella, interviene dicendo che nel mese di settembre sono pervenute numerose segnalazioni relative a disservizi dei mezzi di trasporto pubblici messi a disposizione per studenti e lavoratori pendolari dei comuni compresi tra Isola delle Femmine e Terrasini. I pendolari, giova rammentarlo, sono stati già privati della linea ferroviaria che avrebbe dovuto essere ripristinata il 3 settembre scorso ma che, allo stato attuale, non è stata ancora riaperta, ed oggi non sappiamo se mai riaprirà. Questo territorio non può sopportare ancora una volta disagi per via di ennesimi lavori che questa tratta ferroviaria deve attuare, serve l’intervento del Governo centrale immediatamente”.

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