“Esorcismi a luci rosse”, sacerdote e militare non rispondono al gip

Non rispondono al gip Salvatore Anello e Salvatore Muratore, il frate cappuccino e il colonnello dell’esercito (già sospeso dal servizio) accusati di violenza sessuale su donne e bambine che frequentavano un gruppo di preghiera. Durante l’interrogatorio di garanzia entrambi si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Per la Procura il sacerdote e il militare, spacciandosi per esorcisti, si sarebbero approfittati delle loro vittime che agli inquirenti hanno raccontato particolari scabrosi degli incontri con i due. Definivano gli abusi “preghiere di guarigione e liberazione dai demoni”, avevano infatti convinto le malcapitate coinvolte di essere possedute dal demonio o di avere il malocchio. Il militare era uno degli animatori della comunità religiosa di cui il prete faceva parte e per i magistrati avrebbe approfittato di quattro donne e di una minorenne in stato di fragilità psicologica. A denunciare gli abusi è stata una vittima. I legali dei due indagati, gli avvocati Paolo Libassi e Francesco Billetta, valuteranno se presentare istanza di scarcerazione. Intanto l’ordine dei frati minori Cappuccini esprime ”fraterna solidarietà francescana alle vittime” e starebbe valutando ”anche in foro canonico le responsabilità e procedere, secondo le leggi della Chiesa, in parallelo con l’ordinamento italiano, alle cui forze di Polizia e alla cui Magistratura va il merito di aver scoperto il caso”. Inoltre è stato dato mandato all’avvocato Michele Tedesco, del foro di Salerno, di patrocinare l’Ordine, nell’eventualità che vi sia un danno arrecato dall’azione del religioso e di esserne portavoce ufficiale, per fornire ai mezzi di comunicazione interessati notizie sul caso.

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