Elezioni 2012, presunte firme false per la lista del M5S a Palermo?
A pochi giorni dal successo di ‘Italia a 5 Stelle’, la manifestazione andata in scena sul prato del Foro Italico di Palermo, proprio dal capoluogo siciliano arrivano nuove grane per il movimento fondato da Beppe Grillo. Un’inchiesta del programma di Italia 1 ‘Le Iene’, andata in onda domenica, ha acceso i riflettori su un episodio legato alle elezioni comunali di Palermo del 2012 e che potrebbe avere ripercussioni anche sulle consultazioni di primavera 2017 per Palazzo delle Aquile, con i pentastellati ancora impegnati nella verifica dei curriculum dei 122 candidati alle ‘Comunarie’: la denuncia da parte di un attivista del meet-up locale, Vincenzo Pintagro, su presunte irregolarità che si sarebbero verificate nella raccolta di firme a sostegno della lista pentastellata per le Amministrative di quattro anni fa, quando il movimento non superò la soglia di sbarramento del 5% per l’ingresso in Consiglio, fermandosi al 4,2%. Il candidato sindaco era l’attuale deputato Riccardo Nuti, che nella corsa a Palazzo delle Aquile raccolse soltanto il 4,9% e che rimase fuori anche da Sala delle Lapidi nonostante le 3.288 preferenze raccolte come consigliere comunale.
Secondo Pintagro, che comunque partecipò a quelle elezioni sotto le insegne del M5s ottenendo 72 voti, nel corso della raccolta firme avvenne una “palese irregolarità”. “Ho trovato due persone che stavano ricopiando duemila firme”, sostiene l’attivista in un’intervista al programma di Italia 1. Il motivo? “Un errore formale legato alla località di nascita di uno dei candidati – risponde Pintagro -. Sul modulo di raccolta firme era stata riportata una città diversa da quella reale”. Da qui, secondo Pintagro, la mossa di “ricopiare duemila firme”, che erano state regolarmente apposte in precedenza, su altri moduli che sarebbero finiti poi al Comune di Palermo per la presentazione della lista del Movimento 5 stelle. “Hanno fatto questo per paura di essere esclusi”, è la conclusione dell’attivista contattato da ‘Le Iene’, il quale sostiene di aver denunciato il tutto alla Digos “tre anni fa”.
Pintagro indica inoltre nella deputata nazionale pentastellata Claudia Mannino e in Samantha Busalacchi, attuale collaboratrice del Movimento al gruppo parlamentare M5s dell’Ars, le due persone che in quell’occasione avrebbero ricopiato le firme. Busalacchi, anche lei già in corsa nel 2012 per un posto a Sala delle Lapidi, quando raccolse 96 preferenze, oggi ci riprova: attivista della prima ora, è tra i 122 candidati alle ‘Comunarie’ del M5s in vista delle elezioni di primavera ed è indicata come uno dei possibili volti del movimento per la carica di sindaco in una situazione di forte tensione tra le diverse anime del grillismo made in Palermo. “Conosco questa storia che è nata e morta lì – è la sua difesa davanti alle telecamere di Mediaset – perché non era vera. Alcuni attivisti che erano stati allontanati si sono inventati questa storia, ma non è così. Non è vero”. Nessuna risposta, invece, da Mannino, intercettata dall’inviato di Italia 1 a ‘Italia a 5 stelle’.
‘Le Iene’, che sostengono inoltre di possedere “cinque moduli originali” della raccolta delle firme a sostegno dei candidati del Movimento 5 stelle del 2012, hanno ottenuto l’accesso agli atti per verificare i documenti presentati dal M5s per le elezioni di quattro anni fa. Una richiesta effettuata attraverso la consigliera comunale del Pd, Antonella Monastra, e portata a termine tramite delega dal segretario provinciale dei Democratici, Carmelo Miceli. L’obiettivo della trasmissione di Italia 1 è quello di verificare la natura delle firme con una perizia calligrafica.
Sulla vicenda interviene anche il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio “il mio staff – afferma – ha verificato l’esistenza di email sulla questione della presunta irregolarità nella raccolta firme per le candidature nelle elezioni comunali di Palermo del 2012, vicenda su cui la polizia aveva già indagato senza alcun esito”. Di Maio spiega che la mail rintracciata è stata inviata “il 12 settembre all’indirizzo della mia segreteria”. “Si tratta di una email inviata da mittente anonimo e non firmata – prosegue -. La settimana scorsa è stata inoltrata al comando dei carabinieri, per ogni loro eventuale e opportuna valutazione in merito”.
fonte LiveSicilia
Abbiamo richiesto una replica alla deputata Claudia Mannino: ci ha risposto che valuterà se fare una replica nei prossimi giorni.