Confiscati beni all’imprenditore Calcedonio Di Giovanni

La D.I.A. di Trapani ha confiscato i beni Calcedonio Di Giovanni, monrealese ma con interessi economici nella provincia di Trapani. Allo stesso sono stati imposti anche tre anni di sorveglianza speciale di pubblica sicurezza, con obbligo di dimora nel luogo di residenza.

Imprenditore attivo nel settore edilizio e turistico alberghiero, nei cui confronti, già nel 2014, il Tribunale di Trapani aveva sequestrato il patrimonio, pur non manifestandosi come un “affiliato” a Cosa Nostra, è risultato contiguo all’associazione mafiosa. Secondo gli investigatori infatti la sua attività edilizia ha avuto sempre il contributo di Cosa Nostra della quale ha, peraltro, favorito il tornaconto patrimoniale. La Dia sottolinea in particolare i rapporti con la famiglia AGATE di Mazara del Vallo e con il noto faccendiere originario di Terrasini Vito Roberto Palazzoli. Il patrimonio immobiliare realizzato da DI GIOVANNI, con risorse di ignota provenienza, tra cui rientra il rinomato villaggio turistico di “Kartibubbo”, sul litorale di Campobello di Mazara, avrebbe ospitato in diverse occasioni pregiudicati mafiosi latitanti. Negli anni più recenti, attraverso artificiosi meccanismi fraudolenti, l’imprenditore ha avuto accesso a rilevantissimi finanziamenti pubblici nazionali e comunitari coinvolgendo nei propri progetti anche interessi della mafia di Castelvetrano. Sotto il profilo patrimoniale, è stata accertata l’esistenza di una palese situazione di sperequazione fra redditi dichiarati dal DI GIOVANNI e la formazione del patrimonio, riconducibile, in gran parte, a proventi illeciti derivanti dai reati di lottizzazioni abusive, di truffe, di furti, di omissioni contributive, di fatturazioni per operazioni inesistenti e di bancarotta per distrazione. Il Tribunale di Trapani ha quantificato in oltre sessanta milioni di euro il debito dell’imprenditore nei confronti dell’Erario per evasione fiscale. Tra i beni in confisca anche società con sede in San Marino e Londra, coinvolte in complesse operazioni finanziarie collegate a grosse transazioni commerciali internazionali. Il valore del patrimonio in confisca, consistente in oltre quattrocento unità abitative di varia grandezza e destinazione d’uso, è stimabile in oltre cento milioni di euro.

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