Un pentito rivela minacce di morte contro i pm Viola e Principato

Un pentito rivela minacce di morte nei confronti dei magistrati Teresa Principato e Marcello Viola e, da tre giorni, torna alta l’allerta attentati mafiosi fra Palermo e Trapani.

I comitati provinciali per l’ordine e la sicurezza presieduti dai prefetti Antonella De Miro e Giuseppe Priolo, si sarebbero trovati a valutare una situazione delicatissima.

Il collaboratore di giustizia Giuseppe Tuzzolino, infatti, avrebbe denunciato di essere stato avvicinato nella località segreta in cui vive: un misterioso personaggio lo avrebbe invitato a ritrattare le sue rivelazioni sul superlatitante Matteo Messina Denaro e la massoneria. E gli avrebbe anche affidato delle pesanti minacce di morte, per la procuratrice aggiunta di Palermo Principato e per il procuratore di Trapani Viola. La prima coordina le indagini per la cattura di Messina Denaro, il secondo è impegnato in una inchiesta su mafia e massoneria.

La denuncia di Tuzzolino ha già fatto scattare un’attenzione particolare da parte delle forze dell’ordine.

La prefettura di Palermo ha ribadito la massima attenzione attorno a Teresa Principato, che ha già una scorta consistente, e ha aumentato invece il dispositivo di protezione per Viola. Il procuratore capo di Trapani è stato nominato di recente procuratore generale a Firenze, ma il trasferimento avverrà a fine mese, intanto il magistrato prosegue le sue indagini in Sicilia.

Adesso, c’è un’altra inchiesta della procura di Caltanissetta sulle minacce al pentito e ai due procuratori. L’agrigentino Giuseppe Tuzzolino, parla ormai da un anno con i pubblici ministeri, per questo è stato sottoposto al programma di protezione provvisorio per i collaboratori di giustizia.

Le sue dichiarazioni dividono i magistrati. I pm di Palermo, compreso il procuratore capo Francesco Lo Voi, che indagano sulla mafia di Agrigento, lo ritengono inattendibile, e hanno scelto di non utilizzare le sue dichiarazioni. Mentre i loro stessi colleghi che si occupano di Messina Denaro e della mafia trapanese sono di parere opposto e gli danno credito, così come la Procura di Trapani.

fonte e foto la repubblica

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