Isola delle Femmine. Imprenditrice accusata di negare richieste estorsive, sindaco: ci costituiremo parte civile
Il comune di Isola delle Femmine si costituirà parte civile al processo contro le 45 persone che sono state rinviate a giudizio nell’ambito del procedimento giudiziario che vedrà sulla sbarra degli imputati, sia boss del pizzo che imprenditori che oltre a non aver denunciato il racket, negherebbero le estorsioni.
Fra questi – secondo la notizia diffusa nei giorni scorsi da Repubblica – c’è anche la titolare di uno stabilimento balneare di Isola delle Femmine.
“L’Amministrazione Comunale – dichiara il sindaco Stefano Bologna – preso atto della notizia comparsa sugli organi di stampa nazionali e locali, sulla richiesta di rinvio a giudizio a carico di imprenditori operanti sul territorio, accusati di aver taciuto su presunte richieste estorsive, scegliendo la strada di una inaccettabile interlocuzione con ambienti criminali, rappresenta sin d’ora il proprio intendimento di costituirsi parte civile nel procedimento penale in questione, affiancandosi alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Palermo, a salvaguardia degli interessi della comunità di Isola delle Femmine.
Lo sviluppo del nostro Paese – prosegue il sindaco – non può che passare attraverso la difesa e promozione dei valori della legalità e della trasparenza: soltanto sostenendo una imprenditoria sana; esercenti responsabili; commercianti, artigiani e professionisti liberi, potremo costruire una realtà produttiva efficiente e seria, capace di garantire soluzioni occupazionali e tessere relazioni economicamente e socialmente valide.
Auspicando si pervenga ad un pronto e solido accertamento dei fatti, l’Ente non abdicherà al suo ruolo di istituzione di prossimità, invocando anche in giudizio il massimo rispetto per l’immagine di Isola delle Femmine, certamente lesa da condotte se dovessero rivelarsi di omertà ovvero contiguità a contesti delinquenziali di stampo mafioso.
Secondo le indagini del nucleo Investigativo dei carabinieri, gli imprenditori non si sarebbero limitati a restare in silenzio. La titolare del lido di Isola delle femmine, secondo l’accusa, si sarebbe rivolta ad un boss del clan Porta Nuova per ottenere uno sconto sul pizzo sollecitato dai boss di Partanna Mondello.