Anno nero per l’olio siciliano, la produzione crolla del 42%
Dopo l’annata super dell’anno scorso il 2016 dell’olivicoltura siciliana segna mediamente il -42 per cento e minaccia una crisi dell’olio siciliano. E’ quanto afferma la Coldiretti siciliana sulla base dei dati presentati alla Giornata nazionale dell’extravergine italiano al Mandela Forum di Firenze in Toscana. Nel 2015 la produzione è stata di oltre 52.400 tonnellate, nel 2016 si prevede un raccolto di circa 30.400 tonnellate. La differenza di 22.000 tonnellate preoccupa quindi gli agricoltori di intere aree dell’isola.
Nelle zone dell’ennese – rileva ancora Coldiretti Sicilia – la raccolta è scarsa per via degli attacchi parassitari e delle bombe d’acqua.
In provincia di Caltanissetta il calo potrebbe toccare il 50 per cento e si teme un rincaro elevato dell’olio che sarà disponibile. La situazione è pressoché simile in tutta l’Isola. A Palermo si toccano addirittura punte dell’80 per cento in meno.
Di fronte a questa situazione – commenta ancora Coldiretti Sicilia – è indispensabile conoscere bene la provenienza dell’olio siciliano anche alla luce delle frodi che in Italia hanno avuto un incremento record del 278 per cento del valore dei sequestri di questi prodotti perché adulterati, contraffatti o falsificati nel 2015, secondo l’analisi della Coldiretti sulla base della preziosa attività svolta dai carabinieri dei Nas.
Nel 2015 – sottolinea la Coldiretti – a livello nazionale sono stati effettuati dai Nas sequestri nel settore degli oli e grassi per 29,5 milioni di euro con 58 persone segnalate all’autorità giudiziaria e ben 345 segnalate all’autorità amministrativa. In altre parole il 15% dei casi. Tra le frodi più comuni – precisa la Coldiretti – ci sono la vendita di olio straniero come Made in Italy, ma diffuso è anche il confezionamento di olio di semi che viene adulterato e spacciato come extravergine, ma non mancano neppure gli inganni in etichetta con indicazioni false o ingannevoli che riguardano anche la ristorazione.