Scomparsa Maiorana. L’indagine per omicidio, test sui reperti ritrovati a Carini

Primi esami sui reperti ritrovati dentro un pozzo tra Carini e Torretta nell’ambito dell’inchiesta sulla scomparsa degli imprenditori Antonio e Stefano Maiorana. I carabinieri del Ris di Messina starebbero analizzando la suola di una scarpa con tacco e un sacco di iuta con delle macchie rosse mentre la prossima settimana –scrive il Giornale di Sicilia- inizieranno inizieranno i test del Dna ed accertamenti di carattere merceologico. Nei giorni scorsi la Procura ha notificato un avviso di garazia a Francesco Paolo Alamia e Giuseppe Di Maggio, quest’ultimo originario di Carini, sospettati di essere coinvolti nella scomparsa dei Maiorana. Questioni di affari. Poco prima della scomparsa Alamia, costruttore vicino all’ex sindaco mafioso Vito Ciancimino, a cui recentemente sono stati sequestrati beni per 22 milioni di euro, cedette le quote della ditta di costruzioni Calliope srl, di cui era socio con Maiorana, all’imprenditore Dario Lopez. Da questi le quote passarono alla compagna di Antonio Maiorana, Karina Andrè. Di Maggio invece è titolare di una ditta di movimento terra. Secondo quanto riporta livesicilia.it, il 3 agosto 2007 –giorno della scomparsa- qualcuno avrebbe convocato i Maiorana che dopo avere preso un caffè al bar raggiunsero in macchina un terreno fra Villagrazia di Carini e Carini. Era il terreno su cui doveva sorgere una grande lottizzazione. Una serie di villette a cui erano interessati in tanti, compresi alcuni pezzi grossi della mafia. Quell’appuntamento sarebbe stato spacciato per un incontro operativo con documenti e piani di investimento alla mano. In realtà sarebbe stata una trappola. La Procura indaga per omicidio e adesso le analisi sui reperti stabiliranno se le macchie rosse siano sangue o fertilizzante chimico che con il tempo ha assunto questo colore.