San Cipirello. Campagna di scavi, nuove scoperte
Nuove scoperte archeologiche, prospezioni geofisiche e mappatura fotografica con i droni. Si sono concluse nei giorni scorsi due diverse campagne di scavi nel parco archeologico di Monte Iato a San Cipirello. Al termine della 46° stagione di ricerche, l’Università di Zurigo ha presentato al pubblico alcuni reperti. Su tutti spiccano un frammento in terracotta del IV secolo a. C. che raffigura un leone che attacca un toro ed coltello in ferro di epoca medievale, utilizzato dai musulmani per la macellazione. “Abbiamo anche completato – fa saper direttore della missione, Cristoph Reusser – il restauro dell’affresco di stile pompeiano, che è pronto per essere esposto all’interno dell’antiquarium Case d’Alia”. Ma un altro importante frammento di storia è affiorato invece nell’area del Castellaccio, dove scava un’equipe di volontari del Gruppo archeologico Valle dello Jato, che ha riportato alla luce la postierla del castello medievale di epoca federiciana. “Si tratta – spiega il direttore dello scavo, Alberto Scuderi – di una piccola porta di ingresso che utilizzavano le guardie durante le fasi di assedio. Che furono due, come dimostrano i ritrovamenti di due crolli in epoche diverse. Abbiamo ritrovato anche i resti di due torrioni a protezione della porta d’ingresso e alcune parti del muro interno al Castellazzo”. Fra le scoperte di quest’anno c’è anche il ritrovamento di una sorta di “spazio ludico”, ovvero la stanza della fortificazione dove le guardie giocavano a dadi durante i momenti di riposo. A coordinare gli scavi nell’area del castello sono stati gli archeologi medievalisti Ferdinando Maurici e Antonio Alfano, che quest’anno si sono avvalsi anche della collaborazione dell’Università Cattolica di Lublino. Gli archeologi polacchi hanno, infatti, gratuitamente realizzato una prospezione geofisica sull’area del Castellazzo. E grazie alla strumentazione magnetometrica sono state identificate le strutture che si trovano sotto il piano di calpestio ad una profondità di circa 1 metro e mezzo, scoprendo quello forse era la cappella religiosa del castello. L’edificio sacro, delle dimensioni di 10 metri per quattro, ha un abside orientato perfettamente ad est. Nel XIII secolo Jato fu, infatti, teatro dell’ultima rivolta musulmana contro Federico II: fra il 1222 e il 1224 lo stesso imperatore svevo diresse le operazioni militari nell’area del Castellaccio. La repressione dell’ultima ribellione del 1246 fu invece affidata al conte di Caserta. Ma su monte Iato, quest’anno, si sono concentrate anche le attenzioni di diversi istituti scolastici: grazie ad un protocollo d’intesa tra il Gruppo archeologico “Valle dello Jato ed il Liceo Classico “Tito Livio” di Milano, otto studenti lombardi hanno preso parte ai lavori di scavo nell’area del Castellazzo. Sono invece palermitani gli studenti che hanno realizzato una mappatura fotografica del sito con l’impiego di un drone. Si tratta degli alunni dell’Istituto tecnico statale “Vittorio Emanuele III”, che ha una convenzione con il Comune di San Giuseppe Jato. E da mercoledì il parco di Monte Iato ha un nuovo direttore: si tratta Francesca Spatafora, che guiderà il Polo regionale di Palermo, che comprende anche il museo Salinas, il parco archeologico di Solunto ed il Parco di Himera.
foto: vallejatonews.it