Montelepre. Omicidio Licari, Muratore condannato all’ergastolo
Condannato all’ergastolo Antonino Muratore, 78 anni, accusato della morte di Baldassare Licari, ucciso all’età di 64 anni il 4 novembre 2013 nelle campagne fra Montelepre e Borgetto.
In primo grado, per la Corte d’assise d’appello, presieduta da Alfredo Montalto, a latere Stefania Brambille, il pensionato sarebbe colpevole. Accolte dunque le richieste del pm Dario Scaletta e degli avvocati Salvino e Mario Caputo, Francesca Fucaloro e Nicola Nocera.
Decisive per le indagini, sono state le tracce di saliva trovate su un tazzina di caffè rinvenuta nell’abitazione estiva di Licari, dove avvenne la colluttazione. Secondo la ricostruzione degli investigatori, i due si incontrarono intorno alle 15. Licari gli avrebbe offerto il caffè ma la discussione poi sarebbe degenerata.
L’ex capocantoniere di Montelepre venne prima ferito a colpi di forbice e poi con quattro colpi di pistola. Si ipotizza che l’uomo, agonizzante, avrebbe tentato la fuga a bordo dell’auto che si trovava fuori dall’abitazione, ma sarebbe stato raggiunto dal suo assassino che lo avrebbe colpito mortalmente con un colpo alla tempia.
Tra Licari e Muratore in passato c’erano state delle tensioni per questioni condominiali, in particolare per un contenzioso scaturito dopo la collocazione di un contenitore dell’acqua in una palazzina di Montelepre dove risiedeva Licari e la figlia di Muratore.
Proprio per questo motivo il pensionato di Borgetto era finito nella lista dei sospettati. Poi la sua saliva, tramite le analisi del Dna, venne ritenuta compatibile con quella trovata su una delle tre poste sul tavolo. Si ipotizza dunque che ci sia stata pure una terza persona, che però continua a rimanere ignota. Muratore ha sempre respinto ogni addebito. Gli investigatori si sono avvalsi pure delle intercettazioni che avrebbero avvalorato la tesi dell’accusa. Muratore è stato condannato a risarcire inoltre parenti della vittima. I legali del pensionato di Borgetto, gli avvocati Vincenzo Lo Re e Fabrizio Biondo annunciano il ricorso in appello: contestano il movente anche l’estrema indiziarietà del processo.