Le fiamme gialle mettono i sigilli a 15 milioni di euro di beni

Il nome di Francesco Paolo Alamia compariva in atti giudiziari già negli anni Settanta e Ottanta; era indicato quale “soggetto fiduciario” dell’ex sindaco mafioso di Palermo Vito Ciancimino. Ma le accuse riciclaggio e contiguità con Cosa Nostra, finora, lo avevano solo sfiorato per una vita.

Adesso, ad 82 anni, l’ingegnere Alamia deve invece affrontare un maxi sequestro di beni: gli investigatori del nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza diretto dal colonnello Francesco Mazzotta hanno passato al setaccio il suo patrimonio, la sezione Misure di prevenzione del tribunale di Palermo ha disposto i sigilli per 100 fra appartamenti e terreni, tre imprese e 21 rapporti finanziari che hanno una liquidità di 900 mila euro.

In totale, un patrimonio di 15 milioni di euro, che secondo il procuratore aggiunto Dino Petralia e il sostituto Daniela Varone sarebbe stato costruito con l’appoggio di Cosa nostra e, in particolare, di Vito Ciancimino e del suo referente mafioso, il noto boss Bernardo Provenzano. Ad Alamia viene contestato anche di essere stato vicino al killer Pino Greco scarpuzzedda. Per questa ragione è scattato il sequestro per l’impero immobiliare intestato ai familiari dell’imprenditore.

Il nome di Francesco Paolo Alamia è tornato d’attualità nelle cronache giudiziarie dopo la scomparsa di Antonio e Stefano Maiorana, nel 2007. A citarlo è il figlio di don Vito, Massimo, nella sua confessione davanti ai pm di Palermo.

Alamia e Maiorana sono stati in affari sin dalla metà degli anni Ottanta, prima come soci della “Progea”, poi della “Calliope”, la società impegnata nella realizzazione di alcune villette a Isola delle Femmine. Le indagini dicono che poco prima della scomparsa di Maiorana e del figlio, l’ingegnere Alamia ed il socio Salvatore Bandiera hanno ceduto le proprie quote proprio ad Antonio Maiorana, che le ha subito girate alla compagna argentina.

I carabinieri intercettano Alamia mentre dice: “Fare scomparire a due persone, uno che mischino non c’entra niente…se tu ci vai con quello….”Ma perché devo andare a fare questa cosa ?” mai… significa essere belve umane, ma ti rendi conto. E quindi se il male è proporzionale all’errore che ha fatto, minchia, quanto deve essere questo errore?”. Parole avvolte nel mistero che pongono un interrogativo. Forse Alamia sa qualcosa della scomparsa di Maiorana?

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