Domani a Marsala i funerali del Maresciallo Mirarchi, proseguono le indagini sull’agguato

Sarà allestita questa sera, presso la chiesa dei Salesiani di Marsala,  la camera ardente in onore del maresciallo Capo Silvio Mirarchi, ucciso due giorni fa mentre faceva un sopralluogo alla ricerca di una piantagione di marijuana.

Domani, alle ore 11, saranno celebrate, in forma solenne, le esequie del militare caduto, presso la chiesa San Tommaso in Canterbury di Marsala, alla presenza del Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri, Generale di corpo d’armata Tullio Del Sette.

Mirarchi lascia la moglie, Antonella, 50 anni, marsalese, maestra elementare, e due figli: Debora, 23 anni, neuropsicologa, che vive a Chieti, e Valerio, 18 anni, che a Marsala frequenta il quarto anno del Liceo classico “Giovanni XXIII”.

Sul fronte investigativo, intanto, sono scattate le prime manette. I carabinieri hanno fermato il proprietario di due grandi serra nelle quali era coltivata la marijuana, una delle quali veniva tenuta sotto osservazione proprio da Mirarchi in appostamento.

Si tratta del partinicese Francesco D’Arrigo, 54 anni, ritenuto proprietario e responsabile delle due serre nella quali sono state sequestrate ben 6000 piante di marijuana per un valore, al dettaglio, di 4 milioni di euro al mercato nero. image

Mirarchi potrebbe essere stato scambiato per un inviato dal gruppo avversario o per uno dei tanti ‘campagnoli’ che si aggirano per l’entroterra fra Marsala e Paceco a razziare le coltivazioni abusive di marijuana per rubare ai coltivatori ‘illegali’

C’è proprio un contesto di coltivatori di marijuana, trafficanti, ladri e concorrenza criminale nel mirino dei carabinieri che indagano sull’omicidio del sottufficiale dell’arma.

Silvio Mirarchi, 53 anni, originario di Catanzaro, era vicecomandante della stazione di contrada Ciavola a Marsala.  Lascia la moglie, Antonella, 50 anni, marsalese, maestra elementare, e due figli: Debora, 23 anni, neuropsicologa, che vive a Chieti, e Valerio, 18 anni, che a Marsala frequenta il quarto anno del Liceo classico “Giovanni XXIII”.

Ucciso con un colpo d’arma da fuoco alla schiena mentre, in borghese, era appostato per sorvegliare proprio una piantagione abusiva di marijuana, a sparare potrebbero essere state le ‘sentinelle’ della piantagione ma senza comprendere che quelli a cui stavano sparando erano carabinieri.

Mirarchi potrebbe essere stato scambiato per qualcuno che voleva rubare le piante di marijuana come tante altre volte era già successo. Al momento, però, le accuse mosse all’arrestato riguardano soltanto la droga, ma da lì partono tutte le indagini.

Nella zona sono  già stati consumati un tentato omicidio col ferimento di un uomo ed il ritrovamento di un cadavere a distanza di poche centinaia di metri e di un paio di giorni.

Le indagini sono coordinate dalla Procura di Marsala e condotte dai carabinieri fermamente decisi ad arrivare a chi ha ucciso il loro collega.  L’appuntato che con il maresciallo Mirarchi faceva parte della pattuglia che stava perlustrando la zona ha ricostruito gli attimi del conflitto a fuoco. L’appuntato ha detto che non appena arrivati e scesi dall’auto sono stati subito accolti da colpi d’arma da fuoco esplosi da qualcuno che era all’interno della serra, “guardiani” spietati. E’ stato mentre i due militari cercavano di ripararsi dai colpi presumibilmente di pistola, che Mirarchi è stato colpito e ferito gravemente, quindi poi dopo avere ancora sparato, la fuga verso l’auto e la corsa in ospedale.

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