Caso Maniaci. Presunta estorsione ad ex assessore di Borgetto, accolto appello dei pm
I magistrati avevano presentato appello contro la decisione del Gip che aveva bocciato la richiesta di misura cautelare per uno dei capi di imputazione contestati a Pino Maniaci. Il giudice delle indagini preliminari, infatti, aveva ritenuto insussistente l’ipotesi di estorsione all’ex assessore di Borgetto, Gioacchino Polizzi ma il Tribunale del Riesame ha adesso accolto l’appello della Procura ed ha disposto un nuovo divieto di dimora nelle province di Trapani e Palermo per il direttore di Telejato. Ma il ricorso in Cassazione dei difensori del giornalista blocca l’esecutività del provvedimento del Riesame e Pino Maniaci resta a Partinico. La vicenda è nota: accusato di presunte estorsioni ai sindaci Giocchino De Luca e Salvo Lo Biundo era stato allontanato dal paese, poi un vizio di forma nella notifica dell’udienza davanti al tribunale del Riesame, a cui i legali del giornalista avevano fatto ricorso chiedendo la revoca del provvedimento, ha determinato l’inefficacia della misura cautelare e pochi giorni prima della fine di maggio Pino Maniaci è tornato a condurre il tg di Telejato. Adesso la nuova decisione del Riesame dà ragione ai pm sulla vicenda dell’estorsione che avrebbe subito l’ex assessore di Borgetto Gioacchino Polizzi, che intercettato al telefono con l’allora sindaco Giuseppe Davì sosteneva di aver fatto dei favori a Maniaci che invece lo avrebbe “infangato” durante uno dei suoi tg. L’8 maggio 2013 –secondo la ricostruzione della Procura- Polizzi era su tutte le furie: « ha voluto duemila euro di magliettine gratis e ha voluto tre mesi di casa in affitto che l’ho pagata di tasca mia… vacci da Pino Maniaci –diceva l’ex assessore a Davì, imputandogli di essere stato lui a presentargli il giornalista-. E’ mafioso, ha fatto estorsioni nei miei confronti, io lo denuncio prendo cento avvocati –proseguiva Polizzi-, questo imbroglione che mi discute di legalità». Convocato dai carabinieri, Gioacchino Polizzi, avrebbe negato di avere subito minacce e pressioni dal direttore di Tele Jato. E il gip aveva ritenuto insussistente l’ipotesi di reato. «Il caso Pino Maniaci si arricchisce di un nuovo evidente paradosso. Con un palese controsenso, infatti, il Tribunale della Libertà di Palermo ha deciso di ripristinare la misura cautelare del divieto di dimora nelle province di Palermo e Trapani, lo affermano gli avvocati Antonio Ingroia e Bartolomeo Parrino. Il controsenso –spiegano- sta nel fatto che la nuova decisione è stata presa in relazione a un’ipotesi di reato ritenuta dallo stesso Gip insussistente e meno rilevante di quanto non fossero le accuse per le quali era stata disposta la prima misura, poi venuta meno. In altri termini, Pino Maniaci è libero per i fatti ritenuti più gravi dalla magistratura palermitana mentre dovrebbe essere sottoposto a divieto di dimora per altri fatti che la stessa magistratura aveva ritenuto invece essere meno gravi ed insufficientemente provati. Non solo: una misura cautelare caducata, come nel nostro caso, può essere ripristinata solo in presenza di eccezionali esigenze cautelari, certamente non sussistenti nel caso di specie per ammissione dello stesso Procuratore Lo Voi. Un paradosso e un controsenso che si traducono in una palese ingiustizia –concludono Ingroia e Parrino- visto che avrebbero come concreto effetto solo quello di impedire a Maniaci di fare il suo lavoro di giornalista a Telejato e, quel che è peggio, di far crescere il disorientamento e la sfiducia nella giustizia dei giovani di Telejato che rimangono stretti accanto a Pino».